Talete, quello che come Spi-Cgil temevamo sta avvenendo. La società ha avviato la sollecitazione all’invio di manifestazioni d’interesse per una partnership con società di capitali. Di fatto, quindi, la società che gestisce il servizio idrico integrato nell’Ato 1 Lazio Nord sta per aprire ai partner privati.
In questo modo, però, viene definitivamente calpestata la volontà popolare espressa con i referendum che hanno stabilito la gestione pubblica dell’acqua. Significa che un bene comune primario e fondamentale che va garantito a tutti per la sopravvivenza, diventerà uno strumento per fare soldi, alla stregua di tanti altri. Diventerà una merce su cui aumentare i ricavi, andando a spremere ancora di più cittadini che già sono allo stremo. Condividiamo, pertanto, l’appello lanciato da Bengasi Battisti ai sindaci del Viterbese affinché arrestino questo processo di svendita per tornare sulla strada del consorzio tra comuni, unica garanzia di gestione trasparente e pubblica.
La Cgil ribadisce la scelta compiuta a sostegno e promozione del referendum per l’acqua pubblica quale diritto universale inalienabile. L’acqua è un bene comune fondamentale la cui gestione deve essere sottratta alle logiche di mercato. Giusto pertanto che i cittadini chiedano conto ai sindaci qualora a livello locale si continuasse per una strada diversa da quella che hanno sancito nelle urne. Ogni scelta che verrà adottata da Comuni, Provincia e Regione va condivisa con la popolazione.
Miranda Perinelli
Segretario Spi-Cgil Civitavecchia-Roma Nord-Viterbo