Politiche sociali sotto i riflettori, dalla Regione Lazio è stato dato il via ufficiale alla legge di riforma del welfare. Tante le novità in arrivo, così come molte le criticità da gestire. La nuova legge che disciplina il “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali”, andrà a sostituire la legislazione regionale in materia.
“La riforma dei servizi sociali rappresenta il più grande fallimento della giunta Zingaretti. Abbiamo votato contro una legge che non garantisce un’offerta adeguata alla domanda di assistenza sociosanitaria dei cittadini”. Dure le parole di Daniele Sabatini, capogruppo Cuoritaliani alla Regione Lazio. Le critiche mosse alla nuova legge riguarderebbero la mancanza di fondi per problemi sociali che attanagliano la società. “Non c’è un euro, scaricando l’onere sui Comuni che si troveranno di fronte enormi difficoltà, non ci sono interventi concreti per l’handicap, per i minori, per le politiche abitative, il disagio psichico”. Da parte sua Sabatini attacca la giunta Zingaretti per il mancato ascolto delle proposte avanzate. “La sinistra paladina delle fasce più deboli – conclude – ha partorito una riforma effimera che, con il combinato disposto del collegato alla finanziaria regionale, renderà esplosivo il sistema delle Rsa cui, evidentemente, la giunta Zingaretti ha deciso di dare il colpo di grazia”.
Come è facile immaginare, la nuova legge è stata invece accolta con soddisfazione dal Pd. “La legge individua i soggetti verso i quali la Regione, in via prioritaria, attua le politiche sociali integrate”. Dalle persone con disabili agli anziani, tante le tipologie di soggetti a cui dovrebbe spettare una particolare tutela. “Nel testo sono presenti principi tesi a favorire i rapporti intergenerazionali – spiega il consigliere Pd Enrico Panunzi – e a introdurre la promozione del co-housing sociale, a garantire particolare attenzione a specifiche categorie quali ciechi, sordo-ciechi e persone con altre pluriminorazioni”.
Tra le novità il Piano sociale regionale, che sarà lo strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio ed il Sistema informativo dei servizi sociale della Regione (Siss) che organizza i vari flussi informativi provenienti da tutti i soggetti coinvolti dalla nuova legge. “La Regione si adegua così alle mutate esigenze sociali e assistenziali – conclude Panunzi – e andiamo a colmare un grande ritardo da parte della Regione visto che il testo approvato costituisce la soluzione ai bisogni che il nostro sistema regionale dei servizi sociali ci chiede da tempo”.
Dal fronte dell’opposizione altro intervento pesantissimo da parte di Antonello Aurigemma, capogruppo di Forza Italia alla Pisana. “Con tre anni di ritardo – sottolinea – il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge di riforma dei servizi sociali. Ci sono voluti ben due presidenti del Consiglio, due capi dello Stato, due sindaci e un commissario straordinario della capitale per arrivare alla votazione di un provvedimento molto sentito da categorie, cittadini e amministrazioni locali”. Ma questo è solo l’inizio: “Come al solito – continua Aurigemma – a parte i tanti proclami questa è l’ennesima occasione persa di cambiamento da parte di Zingaretti: infatti, vengono tracciati gli indirizzi, ma non viene stanziata la benché minima risorsa per cercare di aiutare le fasce più deboli della nostra popolazione. Questa legge demanda tutte le spese sui già esigui bilanci dei nostri comuni, che incontrano ad oggi pesanti difficoltà. Da Zingaretti arriva un’altra scatola vuota. Peraltro sono state bocciate proposte importanti, presentate dall’opposizione, come quella di istituire un fondo per le donne vittime di violenza, per la sussistenza alle case di accoglienza nei comuni con ventimila abitanti. Senza dimenticare poi le criticità relative ai tagli alle Rsa. Quindi, sui servizi sociali tante chiacchiere ma nulla di concreto. E anche in ritardo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Devid Porrello, capogruppo del M5S Lazio, per il quale “i drammatici eventi internazionali non hanno impedito a Zingaretti e alla maggioranza di sfoggiare la solita esagerata retorica per una legge che, nei fatti, è meno risolutiva di quanto il presidente voglia far credere. E’ vero che ora il Lazio si è messo in regola ma il testo non è altro che l’ennesima legge quadro, piena di intenti, che delega alla Giunta l’esecuzione dei punti più importanti e che, come la maggior parte delle leggi prodotte in questa legislatura, non avrà la copertura finanziaria necessaria per essere veramente utile per i cittadini del Lazio”. Per la cronaca, nella votazione i Cinquestelle si sono astenuti, mentre il centrodestra ha votato no.