Pubblicato il nuovo Rapporto sulle Mafie nel Lazio per offrire un quadro d’insieme e denunciare la presenza delle organizzazioni criminali sul territorio ed elaborare gli strumenti di contrasto necessari. Il Rapporto è a cura dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio in collaborazione con Libera.
Nel Lazio ci sono 92 organizzazioni criminali, un numero in aumento rispetto al 2015, in cui erano stati censiti 88 gruppi. Nella provincia e nella città di Roma, operano circa 70 clan, 23 invece sono le organizzazioni dedite al narcotraffico. Il “Basso Lazio” continua a rappresentare un’area particolarmente condizionata dalla presenza di clan tradizionali, ‘ndrangheta e camorra in particolare e da una escalation di violenza delle mafie.
Per le province di Rieti e Viterbo, scrivono i magistrati della Dna (Direzione nazionale antimafia), si “segnalano presenza sporadiche di soggetti riconducibili prevalentemente a gruppi di ‘ndrangheta e camorra. Risultano interessati i settori finanziari appalti pubblici e ciclo rifiuti. Negli ultimi anni la moltiplicazione degli sportelli bancari e alcuni sequestri di beni immobili e attività economiche indicano il rischio che si tratti di un primo stadio per successive espansioni”. Le inchieste svolte dalla Dda di Reggio Calabria inoltre “hanno evidenziato una ulteriore attività di riciclaggio e reimpiego svolta sul territorio laziale e in particolare a Viterbo dove venivano tratte in arresto numerose persone”.
La Regione ha messo in campo una serie di iniziative di conoscenza e analisi del fenomeno, come ad esempio “Lazio senza mafie”, una manifestazione che punta al confronto tra uomini di legge, istituzioni e ragazzi. E’ stata inoltre istituita la giornata regionale della memoria e dell’impegno per il 21 marzo in ricordo delle vittime delle mafie, mentre il 19 luglio, anniversario della strage di via d’Amelio a Palermo, inizierà il primo corso antimafia rivolto a dirigenti e funzionari di tutti gli enti locali.