Gli ultimi dati Istat sull’occupazione dicono che in Italia ci sono 77mila persone in più che lavorano. Bene, benissimo. Un risultato che arriva dopo i forti rallentamenti nelle assunzioni susseguenti al ridimensionamento degli incentivi derivanti dal Jobs Act. Insomma, sembrava un fuoco di paglia: nel 2015 il Jobs Act è stato una forte spinta ad assumere e soprattutto a stabilizzare diversi contratti di lavoro atipici, ma poi finite le agevolazioni (nel 2016) gli effetti si sono quasi azzerati. E qui vale la pena aprire una parentesi per ricordare una frase spesso ripetuta da Giuseppe Crea, direttore di Federlazio Viterbo: “Con un act non si fa un job”. Che sarebbe a dire: una legge non crea necessariamente lavoro. Con l’aggiunta concreta di un imprenditore come Gianni Calisti, presidente di Federlazio della Tuscia: “Si assume perché ci sono necessità aziendali, non perché ci sono gli incentivi. Che fanno comodo, per carità, ma non sono la motivazione fondamentale”.
I recentissimi dati Istat fanno esattamente il paio con quanto appena ricordato perché gli incrementi nell’occupazione arrivano esclusivamente dal settore dei lavoratori autonomi. Cioè gente che si è messa a lavorare in proprio. Artigiani, commercianti, industriali? Non si sa ancora, quel che è certo è che si tratta in tutti i casi di forme di auto-lavoro. Comunque di persone che stanno rischiando in proprio con un’attività imprenditoriale e che quindi meritano ancor di più sostegno e apprezzamento. E se le cose andranno bene essi stessi diventeranno datori di lavoro e quindi daranno occasioni e possibilità ad altri, magari giovani. E’ questo il circolo virtuoso che aiuta ad uscire dalla crisi e a creare nuove opportunità.
In questo discorso, come si nota, non c’entra nulla la politica, o il governo, o il Parlamento. Questi soggetti sono vivamente pregati di non interferire; l’unico atto concreto che possono, anzi devono fare è abbassare la tassazione globale nei confronti delle imprese. Di chi produce reddito e lavoro. Di chi, in sintesi e per fortuna, parla poco e fa molto. Esattamente il contrario di quelli di cui sopra.
Buona domenica. E buone vacanze: ci si risente domenica 28 agosto.