Da una parte un cinema indipendente italiano che ristagna, che ai già grossi problemi di idee aggiunge quelli di budget e soprattutto di distribuzione del prodotto nelle sale. Dall’altra un mondo delle biblioteche che ha compreso che la propria missione non è più la pura e semplice distribuzione di libri, ma la circolazione della cultura in tutte le sue forme e il divenire un punto di aggregazione per la comunità in cui si opera, soprattutto per quella dei più giovani, bramosa di punti di riferimento.
È dall’unione di questi due universi che nasce il progetto ”Cinema nella biblioteche”: un’iniziativa di CNA Industria Cinema e Divertimento, Ficc (con la c finale, maliziosi, ovvero Federazione italiana circoli del cinema) e Anac (Associazione nazionale autori cinematografici) culminata con l’intesa formale firmata nei giorni scorsi. Il principale obiettivo? Creare una rete alternativa di distribuzione attraverso le migliaia di biblioteche sparse per tutta la Penisola e le scuole di ogni ordine e grado ad esse collegate: bacini di gioventù, che diventerà la coscienza critica del Paese di domani (speriamo) e, per quanto riguarda il cinema, il pubblico critico (sarebbe pure ora) del futuro.
Un progetto ambizioso che parte da un esperimento, ancora in corso e si direbbe riuscito pienamente, sostenuto dalla Regione Lazio che in questi mesi si è svolto anche nelle biblioteche della provincia di Viterbo (la Biblioteca Consorziale di Viterbo, la Biblioteca Comunale di Canepina, la Biblioteca Comunale di Soriano e la Biblioteca Comunale di Vignanello).
Il progetto ”Circuito Biblioteche” intende estendere queste possibilità a livello nazionale, e si propone una serie di obiettivi ambiziosi: biblioteche new concept; mappatura delle biblioteche italiane secondo nuovi criteri di efficienza; circuito biblioteche, come nuovo network di diffusione; recupero delle biblioteche e della loro centralità nella vita della comunità.
”La realizzazione di un sistema integrato di biblioteche – scrive l’Anac – dotate dei criteri di efficienza necessari, mappate a livello locale e nazionale, potrebbe rappresentare un nuovo asset nell’ambito della diffusione di prodotti audiovisivi del mercato indipendente e della formazione di una intelligenza critica collettiva”. Protagonista assoluto, il “circuito biblioteche” che richiamerà pubblico, sorprendendolo con nuovi stili e contenuti e potrebbe anche attrarre interessi mirati e capitali, ridisegnando nuove strategie di investimento.
“Questo scenario – continua Anac – potrebbe virtuosamente stimolare tutte le biblioteche, prive dei necessari requisiti, a tendere all’eccellenza aumentando così la ramificazione del circuito. Di conseguenza, la realizzazione di una piattaforma centrale che operi come centro di produzione bidirezionale, in grado di riversare sul circuito (intero o su aree interessate) sia contenuti orientativi che sollecitati dalle biblioteche stesse”.