Il 29 giugno scorso è arrivata dal Governo, in X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, la risposta alla ulteriore interrogazione da me presentata con argomento i due impianti pilota geotermici previsti nell’altopiano dell’Alfina, uno nel comune di Castel Giorgio e uno nel Comune di Acquapendente. Sulla questione, fin dall’inizio del mio lavoro parlamentare, mi sono impegnata firmando diverse interrogazioni sull’argomento.
In particolare in quest’ultima, rivolta al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero dell’Ambiente e
della tutela del territorio e del mare, chiedevo conto della elaborazione e della emanazione delle linee guida che dovranno individuare, oltre alla identificazione delle aree potenzialmente sfruttabili per la realizzazione degli impianti geotermici, anche i criteri generali di valutazione finalizzati allo sfruttamento in sicurezza della risorsa geotermica. Tali linee guida dovevano essere emanate entro sei mesi dalla risoluzione approvata dalle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive nell’aprile del 2015 e quindi con scadenza ad ottobre dello stesso anno. Non essendo ad oggi ancora pervenuta da parte del Governo alcuna indicazione sulla presentazione di tali linee guida, è evidente che tale scadenza è stata ampiamente superata. Tra l’altro, dalla risposta del sottosegretario è emerso che il 25 maggio scorso si è tenuta una ulteriore riunione tecnica tra i due ministeri, durante la quale sono state apportate le ultime modifiche al testo, e che entro la fine di giugno se ne prevede la stesura definitiva.
Avevo anche segnalato il fatto che i Comuni e le varie associazioni ambientaliste del territorio interessato dalla realizzazione dei due impianti geotermici hanno fin dall’inizio espresso fermamente la loro contrarietà a tali progetti producendo inoltre ampia documentazione tecnico-scientifica che avvalora le tesi secondo le quali gli stessi potrebbero produrre gravi rischi ambientali riguardanti la qualità dell’aria, l’induzione di micro sismicità e l’inquinamento delle falde acquifere dell’Alfina, che vanno ad alimentare sorgenti di acqua potabile e il bacino del Lago di Bolsena, con il possibile aumento delle quantità di arsenico. Unitamente alla voce dei comuni interessati dalla realizzazione dei suddetti impianti geotermici, auspico pertanto che il Governo non prenda alcuna decisione finale senza averla subordinata al “principio di precauzione” tenendo proprio in considerazione le caratteristiche geologiche della zona dell’Alfina, sismotettonicamente attiva e fragile.
Quanto espresso negli ultimi giorni dalla Giunta regionale umbra (che sollecita il Ministero a recepire le indicazioni scaturite dal confronto con le istituzioni locali interessate e che sottolinea come “l’atto di intesa della Regione Umbria con il Ministero dello sviluppo economico non può prescindere dall’accordo tra lo stesso Ministero e gli enti locali interessati al progetto”) è un chiaro segnale di attenzione verso quanto il territorio ha sostenuto in questi anni e indica la via da seguire per dare il giusto peso ai dubbi tante volte espressi nei confronti dell’insediamento dei due progetti pilota geotermici e che non sono solo di ordine ambientale. È stato rimarcato spesso, infatti, come l’orientamento produttivo dell’intera area guardi ad uno sviluppo che non sia di tipo predatorio ma miri alla valorizzazione di tutte quelle ricchezze naturali che nei decenni sono state tutelate, che oggi vengono apprezzate e che rappresentano il valore aggiunto di tutte le nostre produzioni. Voglio infine sottolineare che il nuovo Consiglio comunale di Acquapendente ha votato alla unanimità un ordine del giorno nel quale viene ribadita la
contrarietà alla installazione dei due impianti pilota geotermici nella piana dell’Alfina.
Alessandra Terrosi
Deputato del Partito democratico