C’è chi, con il petto dritto e lo sguardo fiero, si ancora nella propria nazione, nonostante poi si lamenti continuamente delle cose che non vanno per colpa di quel politico, della crisi o dell’inquinamento. C’è invece chi è costretto ad andare, pur amando la terra in cui è nato, perché rimanere vuol dire “semplicemente” morire di fame o per la guerra. L’enorme flusso di migranti, che giunge ogni giorno sulle coste dello Stivale, rappresenta una situazione che non può più essere ignorata, ma che deve necessariamente risolversi.
Sono scattati quindi in Italia i piani di accoglienza che includono anche la Tuscia con un totale di 141 posti. Tra i siti individuati anche l’ex deposito munizioni di Tarquinia in zona Montecatini, dove però si scatenano le proteste da parte di gruppi di cittadini e partiti politici che non ritengono idonea la struttura.
Dopo l’ultimo sopralluogo di lunedì scorso, da parte dei militari dell’esercito, carabinieri e Asl, l’ex polveriera è stata scelta come il sito che accoglierà, tra qualche settimana, 50-70 migranti. “Un’importantissima decisione presa senza la mia presenza – spiega adirato il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola -. Infatti sono stato contattato soltanto a sopralluogo terminato, alle 12.30, dal prefetto di Viterbo Rita Piermatti. Questo tipo di scelte va maturato in seguito al dialogo con il territorio interessato, deve esserci una sinergia tra le istituzioni che invece i giorni scorsi è mancata totalmente”.
E ancora: “Noi siamo per l’accoglienza, ma quella giusta, quella vera – aggiunge il primo cittadino -. Da qualche anno infatti ospitiamo, per un periodo limitato, chi ne ha bisogno, anche migranti, in due o tre appartamenti del paese. Ma l’ex polveriera è in uno stato di grave degrado, somiglia a un lager, è costruita con l’eternit e manca persino l’acqua corrente. Come può una struttura del genere che inoltre va bonificata per gli esplosivi che conteneva in precedenza, diventare rifugio per qualcuno? Gli addetti al sopralluogo hanno verificato sicuramente l’inagibilità e l’inabitabilità della struttura e invece di desistere hanno pensato bene di costruirvi una tendopoli. Questo fatto inoltre, è motivo di grandi preoccupazioni per i cittadini di Tarquinia che hanno sempre più paura”.
Oggi la cittadina madre degli etruschi sarà in protesta: negozi con le saracinesche abbassate e amministrazione riunita in consiglio comunale, voluto fortemente sia dalla maggioranza, prima di tutti dal consigliere Angelo Centini, sia dalla minoranza. Il gruppo Rinnova di centrodestra chiede “che tutti gli esercenti chiudano le proprie attività, l’intera città si deve fermare, questo è un problema di tutti. Lanciamo a Renzi ed Alfano un chiaro segnale: non vogliamo campi profughi nel nostro territorio”.
Chiusura. “Quello di oggi (consiglio comunale, ndr) sarà un incontro per discutere dell’emergenza e cercare di capire quale sia la strada giusta da seguire per risolvere la situazione – conclude Mazzola -. Nella mattina poi, alle 9 e in contemporanea al consiglio, i deputati Allessandro Mazzoli e Alessandra Terrosi andranno al ministero dell’interno proprio per sostenere la causa di Tarquinia”.