Questo è l’allarme. E c’è poco da stare allegri (e manco a dire che uno per consolarsi si va a fare un bagnetto). “Il lago di Vico, un gioiello dei monti Cimini, era il più pulito d’Italia e ora è inquinato, avvelenate le sue acque, la fauna lacustre, a rischio la salute degli abitanti. Mentre l’illusione di produzioni sempre più competitive e di guadagni spingono gli agricoltori, non sufficientemente informati dei potenti veleni come il glifosato, prodotto dalle multinazionali della chimica, a irrorare i noccioleti”. A scrivere sono Laura Girardello e Giovanni Peroncini, amministratori di “Agenda del pianeta terra”. Un’organizzazione che si occupa di problemi ambientali.
E insomma insomma. Ritorna a bomba il problema legato ai pesticidi. Al glifosate (o glifosato, poco cambia), padre poco nobile di codesti (poco presunti) veleni. E ci si può informare all’infinito sulla questione. Tanto quando ci sono così tanti interessi in ballo non se ne esce. Da un lato in molti dicono che inquina, anzi, che ammazza. Dall’altro degli altri giurerebbero che non fa affatto male. L’unico metro di giudizio che si può usare, perciò, è quello effettivo. Vico sta come sta. Numerosi luoghi stanno come stanno. Il mondo sta come sta. E di sicuro di glifosate e affini, in passato, se ne è abusato.
Avanti, perciò. “Chiediamo il blocco di nuove monocolture di nocciole – proseguono – abolizione dell’uso di pesticidi, concimi chimici e diserbanti, controllo delle acque e delle rive del lago di Vico. Lo chiediamo attraverso una petizione già inviata ai sindaci di Ronciglione e di Caprarola, al commissario e al direttore della riserva naturale del lago di Vico”.
E l’appello è girato pure ai comuni mortali. Si può firmare on-line all’indirizzo https://firmiamo.it/stop-veleni-al-lago-di-vico.
Le motivazioni? “Sono ben note – chiude la coppia – la presenza di veleni, arsenico, fosforo, metalli pesanti che hanno reso non balneabili il lago e non potabile l’acqua che veniva usata per le popolazioni dei territori circostanti. Tutto ciò per via di uomini, rinchiusi in scafandri bianchi, che spargono polveri tossiche nell’aria, nelle acque, in tutti i vegetali, negli animali e nei loro prodotti”.