18112024Headline:

Cassa integrazione, maggio ok nel Lazio

Quasi il 70% in meno rispetto al mese precedente, in controtendenza rispetto al dato generale

In maggio calo del 70% nel Lazio della cassa integrazione

In maggio calo del 70% nel Lazio della cassa integrazione

Maggio mese terribile per le ore di cassa integrazione autorizzate in Italia (circa 62 milioni), ma il Lazio è in decisa controtendenza con una flessione pari quasi al 70%, esattamente 69,8% in meno. I numeri sono contenuti in uno studio del Servizio Politiche Attive e Passive del Lavoro della Uil. “Rispetto al mese precedente – interviene Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo – si è registrato un aumento del 9%, dovuto sia all’incremento della gestione ordinaria (+25,7%) che straordinaria (+3,6%). Diminuisce del 3% la cassa integrazione in deroga. In valori assoluti, nel mese di maggio, con 40,4 milioni di ore richieste, la CIGS assorbe il 64,8% delle richieste, seguita dalla CIGO con 18,8 milioni, e dalla cassa integrazione in deroga con 3 milioni. Nel Nord si concentra il 59,9% delle ore (37,3 milioni con un aumento rispetto ad aprile del 38,7%), seguito dal Centro (14,8 milioni, in diminuzione del 25,7%) e dal Mezzogiorno (circa 10,2 milioni in calo dell’1,1%). Incrementi di ore richieste in 12 Regioni e nelle due Province Autonome di Bolzano e Trento, con l’aumento maggiore in Valle d’Aosta(+311,1%). Nel Lazio, viceversa, la più alta flessione di ore richieste (-69,8%). La Lombardia, con i suoi 15,1 milioni di ore autorizzate è la regione più cassaintegrata del mese”.

Sono 54  le province interessate dall’aumento della cassa integrazione. Ai primi 5 posti Enna che a fronte delle “zero ore” autorizzate ad aprile, a maggio vede una richiesta di oltre 45 mila ore, seguita da Lodi con un aumento del 20.403,2%, Terni (+2.031,1%), Reggio Calabria (+987,3%) e Siracusa (+451,3%). La più alta flessione di ore autorizzate ad Imperia (-97,3%). Dall’analisi per settori produttivi, l’industria assorbe l’80% delle richieste (pari a 49,9 milioni di ore), seguita dall’edilizia (6,8 milioni di ore), dal commercio (oltre 3,5 milioni di ore) e dall’artigianato (oltre 2 milioni di ore). Ad eccezione del commercio in cui, rispetto ad aprile, le ore richieste scendono del 25,9%, in tutti gli altri principali settori produttivi, si assiste ad un aumento della cassa integrazione: nell’artigianato dell’83,7%, nell’edilizia del 42,4% e nell’industria del 7,5%. Dal cumulo delle ore autorizzate nei primi 5 mesi del 2016, la cassa integrazione raggiunge circa 289 milioni di ore, in calo solo del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il 69,5% delle ore richieste è assorbito dalla gestione straordinaria per complessive 200,8 milioni di ore, seguita dalla cassa integrazione ordinaria con circa 64 milioni di ore e dalla deroga (24,2 milioni di ore). Il Centro è l’unica macro area a registrare una crescita di ore di cassa integrazione (+28,3%); viceversa, nel Mezzogiorno e nel Nord vi è una flessione rispettivamente del 15,3% e 9,9%.

In valori assoluti, nel Nord si concentrano 164,2 milioni di ore di cassa integrazione, nel Centro 73,5 milioni e nel Mezzogiorno circa 51,3 milioni. Aumenti in 9 regioni con il più alto in Valle d’Aosta (+75,7%), a fronte della Basilicata in cui si registra la più alta flessione di ore di cassa integrazione (-52,8%). In 31 province si segnala un aumento nei primi 5 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015: ad Avellino il maggior incremento (+372,9%), seguito da Frosinone (+298,6%), Livorno (+212,3%), Ferrara (+137,4%) e Ragusa (+127%). Con una riduzione di ore autorizzate del 64%, Piacenza è la provincia con il più forte calo di ore richieste.

“Non da ultimo – conclude Turchetti – è sempre importante sottolineare la funzione sociale che questo strumento ha nel difendere, anche se temporaneamente, i posti di lavoro. Sono infatti 366.349 le unità di lavoro salvaguardate dalla cassa Integrazione non è lontano dalla verità ipotizzare che senza di essa aumenterebbero significatamene i senza lavoro nel nostro paese”.

Giancarlo Turchetti, segretario provinciale della Uil

Giancarlo Turchetti, segretario provinciale della Uil

“Il dato delle ore autorizzate di Cassa Integrazione a maggio – interviene il segretario confederale UIL, Guglielmo Loy – ci segnala come, purtroppo, ci sia una sostanziale corrispondenza tra la ancora troppo bassa crescita economica, la insufficiente ripresa occupazionale ed il persistente utilizzo di questo ammortizzatore sociale. La cassa integrazione ordinaria, dopo il parziale e colpevole blocco amministrativo dei mesi scorsi, ha ripreso a crescere coinvolgendo nuove aziende. Ma il dato della cassa ordinaria si aggiunge alla costante e perdurante crescita della cassa integrazione straordinaria la quale, inequivocabilmente, certifica come siano troppe le aziende che convivono con una difficoltà perdurante che mette a rischio, purtroppo la sopravvivenza delle stesse e, soprattutto, della base occupazionale. Alla luce di questi dati, è sempre più necessaria una revisione delle norme che regolano l’autorizzazione della cassa integrazione in termini di durata (oggi ristretta dal Jobs Act) e del costo per la stessa impresa con l’oneroso ticket di accesso. Il Governo ha un’occasione da cogliere rapidamente modificando i decreti legislativi sugli ammortizzatori, così come, in questo contesto, quella di prevedere, nella ipotetica proposta di revisione dei termini di pensionamento, la tutela di quei lavoratori “non giovani” che possono vedere nell’accesso alla stessa pensione la soluzione ad un dramma che vive chi perde il lavoro, che difficilmente viene avviato ad un lavoro ed è troppo lontano dall’attuale età pensionabile. Infine – conclude Loy – è sempre più urgente, accelerare, dal punto di vista normativo e finanziario, la costruzione di un efficace sistema di politiche attive del lavoro che ancora oggi, nel nostro Paese, sono troppo fragili rispetto alle necessità del paese, dei lavoratori e delle imprese”.

 

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