Giancarlo Catani, segretario provinciale del sindacato Fesica, ha scritto una lettera aperta a Vivenda e per conoscenza al direttore generale della Asl Daniela Donetti, sulla situazione del servizio mensa a Belcolle:
Visto il perdurare di problematici episodi che si verificano presso il servizio che garantisce la distribuzione dei pasti nel il presidio ospedaliero di Belcolle e che, sempre più spesso, coinvolge gli operatori addetti, siamo costretti a richiamare l’attenzione di codesta Direzione per porre fine ad una situazione che sta determinando un clima del tutto inaccettabile all’interno dello stesso servizio.
In primis, occorre verificare lo stato di forte discriminazione che subiscono gli operatori non iscritti o iscritti ad un sindacato piuttosto che ad un altro, considerato che richiami e provvedimenti disciplinari sono destinati maggiormente proprio a questi soggetti, e che tali provvedimenti sono facilmente dimostrati dalle sanzioni economiche a loro comminate, mentre per le stesse motivazioni, ad altri dipendenti del tutto risparmiate.
Poi, è necessario escludere da qualsiasi responsabilità gli operatori per la sparizione avvenuta qualche giorno fa del cosiddetto “libro della tracciabilità” che, nonostante la sua importanza per la registrazione delle derrate alimentari, non ha mai ricevuto la vigilanza e la custodia dovute mediante un operatore magazziniere e, magari anche con certi accorgimenti che potessero eludere la criticità logistica che si evidenzia negli stessi ambienti del servizio e che consente l’accesso a qualsiasi estranea persona.
Altro elemento che genera un clima opprimente in questi ambienti, è lo stato di intimidazione, di conflittualità e di continue rivalse che si è instaurato tra il personale, tanto da ipotizzare l’incapacità di chi dovrebbe essere in grado di gestire le citate criticità o, addirittura, esserne causa per un atteggiamento fin troppo inquisitorio che, il più delle volte, finisce con accuse e insinuazioni gravi rivolte ai singoli operatori che, alla fine, si rivelano del tutto gratuite e prive di fondamento.
In ultimo, questa organizzazione sindacale fa presente che non è stata bella cosa sostituire la distribuzione giornaliera dell’acqua ai ricoverati prima con tre bottiglie, servite a colazione, pranzo e cena che ne garantivano un po’ di freschezza, per passare poi alla consegna di un bottiglione solo la mattina, del tutto imbevibile il pomeriggio e la sera per il caldo estivo.
Che dire, poi, della sottrazione del biscotto che era previsto insieme alla fetta biscottata servita a colazione ai ricoverati? Quanto risparmio stratosferico ha fruttato all’Azienda? Ma di cosa parliamo, cari signori? Questi sono piccoli particolari ma che la dicono lunga su come viene intesa la considerazione dei malati e da ciò nasce spontanea un’altra domanda: ma anche la razione alimentare giornaliera fornita ai malati è stata ridotta per rispondere al risparmio imposto dalle manovre governative e/o garantire comunque il profitto dell’Azienda?
In ultimo, la scrivente organizzazione chiede che gli operatori con grado di invalidità siano destinati a mansioni idonee al loro stato di salute e non inseriti nei turni più gravosi che finiscono per appesantire ulteriormente il carico di lavoro degli altri colleghi che, oltretutto, in particolari manovre, come il trasporto a mano dei pesanti carrelli contenenti l’immondizia da collocare dietro la Palazzina C, per il percorso in forte pendenza e per il fondo sconnesso, sono esposti ad evidente rischio per la propria salute ed incolumità, tanto da chiedersi se tale procedura risponde ai requisiti minimi di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Considerata l’estrema importanza degli argomenti esposti nella presente, ci si attende un urgente e dettagliato riscontro da parte vostra.
Giancarlo Catani
Segretario provinciale Fesica