22112024Headline:

“Tra forma e segno”, solo 3000 paganti

La mostra di valle Faul ha chiuso i battenti. Presenze deludenti rispetto al prodotto

Lo splendido ex mattatoio, Valle Faul

Lo splendido ex mattatoio, Valle Faul

I cartelli li hanno coperti o se li è mangiati la pioggia. Il portone d’accesso è ben serrato. Nessuno ne parla più. E pure quel fresco che stava sull’uscio è sparito dalla circolazione. Se prima c’era un piccolo dubbio, adesso la situazione è diventata tipo quella di Fantozzi e lo sccccfilatino: una certezza. “Tra forma e segno” ha chiuso i battenti (e la Pina è innamorata del fornaio, Abatantuono).
Breve riassunto delle puntate precedenti. Lo scorso 19 marzo il Comune ha messo in piedi una mostra, avvalendosi dell’Anonima talenti di Falciano (San Marino). L’esposizione è durata fino al 29 di maggio. Il titolo lo abbiamo già detto, mentre interessanti risultano alcuni dettagli che poi dettagli non sono. E cioè, innanzitutto il pacchetto è costato alle casse popolari un po’ più di 45mila euro (tenete a mente la cifra). Per la prima volta poi delle opere sono state appese giù a valle Faul, di dentro agli splendidi locali della Fondazione Carivit (l’ex mattatoio, ristrutturato come cristo comanda). Tra tele e dipinti vari inoltre si poteva passare da Modigliani a Fontana. Toccando Schifano e addirittura Keith Haring. Settanta capolavori, in totale. Per la gioia della curatrice Beatrice Buscaroli, degli artisti locali (ai quali è stata dedicata un’area promozionale intera, “Contemporanea Contemporanei”), dei papabili fruitori.
Quasi ottanta giorni dopo l’inaugurazione, però, ci si chiede come sia andata. Nel senso: l’assessore preposto sul posto Tonino Delli Iaconi o chi per lui, non hanno inviato nessuno comunicato-bilancio. Ci sarà da preoccuparsi? “No – rassicura tutti l’architetto Gianni Cesarini, fortemente inserito nel pacchetto – il comunicato arriverà, ne sono certo. Probabilmente non è uscito per problemi tecnici”.
Ok. Ma ormai ci siamo. Parliamone. “Oltre tremila paganti – sempre lui – più le scuole, e tutti i convenzionati che sono entrati gratuitamente. Un successo. Critica entusiasta ovunque. Siamo felici”.
Beati voi. Verrebbe da dire. Perché oggettivamente tremila paganti sono una miseria. Sulla qualità del prodotto, invece, nessuna discussione. Un giocattolino da 10 e lode.
Senza cadere nella polemica più becera che ci sia, comunque, come si può leggere tale dato? Le chiavi, da prassi, sono parecchie. Tre, comunque, le strade maggiormente interessanti da percorrere.

Michelini, Cesarini, Delli Iaconi, conferenza di presentazione (foto Mediaesipario)

Michelini, Cesarini, Delli Iaconi, conferenza di presentazione (foto Mediaesipario)

Analisi aziendale: 3mila teste per 5 euro (i viterbesi pagavano 3, ma siamo buoni e arrotondiamo) fa 15mila. Ci abbiamo rimesso 30mila euro. Ergo: non è stato un buon investimento.
Analisi di prospettiva: forse la città è veramente male-educata alla cultura. Alla percezione dell’offerta. E quindi va educata, con calma e con stimoli a crescere.
Ultima, l’analisi promozionale. Poca pubblicità, scarso passaparola, zero impegno a portare gente. Vero, verissimo. Ma quella stessa gente, quando ci sta qualcosa di più nazional-popolare (porchetta o Tullio de Piscopo) si presenta in branco senza che nessuno l’abbia invitata. Sarà mica che Viterbo non è proprio un posto dove la cultura attacca?

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