”Ci stanno lasciando soli, i nostri parenti ricoverati nelle Rsa sono considerati meno dei cani”, è lo sfogo di un figlio che dal 2014 ha la madre ricoverata a Villa Immacolata. ”E’ da un anno e mezzo che l’amministrazione comunale ci sta prendendo in giro – continua -. Grandi pacche sulle spalle, rassicurazioni soprattutto dal sindaco Michelini, e poi vogliono approvare un regolamento che di fatto ci taglia le gambe”.
Il suo è un caso tipico, ma ci sono un centinaio di famiglie viterbesi che stanno andando avanti con una spada di Damocle che penzola sopra la testa. All’origine del tutto la decisione della Regione Lazio di non sostenere più le persone ricoverate in Rsa. Tutto è ricaduto sulle spalle dei comuni, che devono fare i conti con il bilancio. Così a Palazzo dei Priori hanno pensato di poter fare fronte a un sostegno che nel 2014 richiedeva risorse pari a un milione e 890mila euro con appena 450mila. Una coperta ridotta a un quarto. Come dire che in molti resteranno scoperti.
Il regolamento che l’amministrazione vorrebbe far approvare fissa dei contributi per fasce di reddito: chi ha un Isee tra zero e 4mila euro avrà un sostegno di 500 euro, da 4mila a 8mila 350 euro e da 8mila a 13mila pari a 150 euro.