Non c’è niente da fare: dove si mangia, stai pur tranquillo che ci sta un sacco di gente. Prendi ad esempio il PalaTiziano di Roma, proprio ieri. Tra dentro e fuori c’erano addirittura 10mila persone. Si, avete capito bene: diecimila. E cioè tutte quelle che hanno aderito alla manifestazione di Coldiretti in difesa del cibo italiano.
Erano imprenditori agricoltori laziali (e perciò anche viterbesi), stipati all’interno o col naso all’insù in zona maxi-schermi fuori; giunti nella Capitale per rilanciare l’identità alimentare delle Stivale. E per coccolare i prodotti tradizionali che rischiano di sparire dalle strade e dalla piazze delle città dove hanno rappresentato per secoli un valore aggiunto inestimabile dal punto di vista storico, culturale e turistico.
Un dato che fa rabbrividire: “Dal kebab al sushi, dalla frutta esotica alle caldarroste congelate e vendute ovunque durante tutto l’anno, mentre – denuncia Coldiretti – per il baccalà fritto o per il panino con la porchetta a Roma i turisti, e non solo loro, sono costretti a cercare su internet o nelle guide”.
Una follia, in sostanza. Che Coldiretti ha reso nota attraverso i dati di Campagna Amica. Nel senso: il km zero funziona molto di più. Nel 2015 ha raggiunto un fatturato di oltre un miliardo e mezzo di euro: “Perché il successo della filiera corta, della conoscenza del produttore, della stagionalità – sempre Coldiretti – ha consentito ai consumatori di fare una spesa sicura, consapevole e tracciata dal campo fino al banco del mercato”.
Tutte queste belle parole però non è che la gente se le sia raccontate così, tanto per. Ad ascoltare ci stava anche il ministro Maria Elena Boschi, che così ha reagito in merito all’introduzione del’etichettatura obbligatoria dell’origine del latte e dei derivati: “Qualcuno ci ha detto che abbiamo fatto un favore alla Coldiretti. No, il favore lo abbiamo fatto all’Italia ed ai consumatori che potranno verificare se il latte o il formaggio che stanno per comprare sia locale o importato e che quindi potranno scegliere. E che sicuramente sceglieranno il Made In Italy”.
Così come seduto in platea c’era infine il presidente Nicola Zingatti. Che si è preso un importantissimo impegno. “Affideremo ai nostri agricoltori i 50.000 ettari delle università agrarie e gli altri 20.000 di proprietà degli enti regionali – parola di Montalbano – Consegnerò inoltre alle aziende agricole gli 800 ettari di Castel di Guido”. Amen.