“Oh, pure oggi ce so cascati“, direbbe quello. Nessuno sa perché ancora ci rispondono al telefono, ma continuano a farlo. E così siamo giunti al giorno quattro della nostra avvincente iniziativa. Caliamo il poker. Dopo Bengasi Battisti, Luciano Cimarello e Sandrino Aquilani, stavolta parliamo con (gira la ruota) Giuseppe Fraticello.
Ormai il gioco lo conoscete tutti: l’idea è quella di andare a rompere le scatole ai sindaci che non sono stati eletti o rieletti. Che è un po’ come stuzzicare una tigre mentre dorme.
Bene. Innanzitutto siamo ancora vivi. Secondo poi, dopo la telefonata spesso ci ringraziano pure (uno solo non alza la cornetta, sempre lui, inizia con la “B” e finisce per “attistoni”).
Così rieccoci, pronti a tentare di spiegare il dietro le quinte delle elezioni di Lubriano. Fraticello, manco a dirlo, era dato per vincitore assoluto. Ed invece ha trionfato in volata Valentino Gasbarri (in bocca al lupo).
In volata forse è la parola giusta, Fraticello.
“Direi proprio di sì”.
Ci spiega come mai?
“Io ho preso 278 voti”.
E isso?
“Due e novanta”.
Bella rosicata.
“Che da un lato uno pensa che ha fatto tutto il possibile”.
Certo, 12 preferenze sono robbetta.
“Dall’altro però…”.
Chiamiamola la cura dei dettagli, ecco.
“Appunto. Undici le schede bianche, 19 le nulle. Tanto per rimarcare”.
C’è poi un dato da considerare determinante.
“Quale?”.
I non votanti.
“Centotrenta. In un borgo come il nostro sono un’infinità”.
Tutti protestanti come pastori o anche impossibilitati a farlo?
“Un po’ e un po’. Certo, da quel bacino abbiamo perso un sacco”.
Ma l’impressione che avreste vinto ce l’avevamo solo noi poveri stolti?
“Ora si può dire, ce l’avevano tutti”.
Sarà mica vero allora che gli ultimi a comandare partono svantaggiati?
“Quello è indubbio. Un paradosso, ma ci sta”.
E perché?
“Tagli, sforbiciate, tasse e disoccupazione. I sindaci sono in prima linea”.
A beccare cazzotti.
“E ad accumulare insoddisfazioni”.
C’è altro che emerge, a bocce ormai ferme?
“Sì”.
Eccolo, qui volevamo arrivare.
“Le solite strane alleanze”.
Moti carbonari degli ultimi giorni?
“Dell’ultima ora, più che altro”.
Prego?
“Dovevamo essere tre liste…”.
Poi?
“Poi una è saltata”.
E?
“E si è in un certo senso mescolata all’altra”.
E voi avete beccato.
“Preciso”.
Foste rimasti in tre? Come diceva la canzone.
“I voti nostri erano più o meno quelli, avremmo vinto”.
Che beffa.
“Posso dire una cosa?”.
E certo. Meglio se è cattiva.
“Quanti si trovano a fare opposizione avendo dalla sua il 49% dell’elettorato?”.
Pochi. O forse direttamente solo Fraticello.