“Terra sarai e terra ritornerai”, dicevano i latini e soprattutto la terra lavorerai, aggiungiamo oggi. A causa di un mondo dell’occupazione saturo sia nel settore secondario che in quello terziario è il momento di fare metaforicamente un passo indietro e concentrare le forze sul settore primario, quindi bisogna ritornare alla terra, primo e più antico mezzo di sostentamento dell’uomo e ancora essenziale. Ma, al contrario di quanto si possa immaginare, non è affatto facile per i giovani avvicinarsi ed intraprendere il mestiere di agricoltore. Il problema maggiore? Trovare i fondi necessari per investire sulla terra, sugli strumenti utili a coltivarla e a trasformare i prodotti ricavati. Per questo motivo un aiuto importante arriva dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 che mette a disposizione di tutte le regioni italiane, quindi Lazio compreso, ingenti fondi europei.
Presentato ieri pomeriggio presso il Salone Quarto Stato a Canepina, il Psr è stato oggetto di una lunga discussione alla quale hanno partecipato l’assessore regionale all’agricoltura Carlo Hausmann, il consigliere regionale Enrico Panunzi, il direttore del settore decentrato dell’agricoltura della provincia di Viterbo Giovanni Carlo Lattanzi, il sindaco di Canepina Aldo Maria Moneta e la professoressa Pamela Bonarelli.
“Il convegno è stato organizzato dal Pd di Canepina – spiega il primo cittadino -. Abbiamo capito che la cittadinanza, i giovani e gli addetti ai lavori, avevano bisogno di maggiori spiegazioni e chiarimenti sui bandi del Psr già usciti e con scadenza al 30 settembre”.
Per la Regione Lazio è previsto un finanziamento totale di 780 milioni di euro e per ogni progetto presentato l’agevolazione ammonta a 70mila euro che verranno elargiti in due rate. “La provincia di Viterbo si è già distinta lo scorso anno come il territorio che ha saputo sfruttare meglio il Psr 2007-2013 – sottolinea l’assessore Hausmann – perché i business plan accolti erano strutturati talmente bene da risultare qualitativamente superiori rispetto a quelli delle altre zone d’Italia. Il nuovo Psr si rivolge soprattutto ai giovani agricoltori, tra i 18 e i 40 anni, che sono inseriti in un’azienda agricola da almeno 12 mesi. Capisco che 70mila euro facciano gola un po’ a tutti, per questo la selezione e la valutazione della qualità dei progetti che verranno presentati entro la scadenza del bando sarà molto rigida. Dobbiamo garantire, infatti, che i fondi europei siano consegnati a veri agricoltori”.
“Il piano di sviluppo rurale prevede anche delle misure per incentivare e mantenere, dove è già presente, l’agricoltura biologica – aggiunge Giovanni Carlo Lattanzi – inoltre, una quota maggiorata del 20% è riservata ai progetti particolarmente innovativi”.
L’incontro di Canepina ha visto la partecipazione attenta di molti cittadini che hanno potuto anche interagire ponendo domande sul Psr ai relatori. “Definisco convegni di questo genere ‘operativi’ – sottolinea Enrico Panunzi – che significa cioè che tutti usciremo da qui avendo imparato qualcosa. I fondi europei messi a disposizione dalla Regione sono un’ottima opportunità per tutti coloro che sono interessati a lavorare la terra”.
A conclusione della discussione è stato sollevato il tema della castanicoltura, molto caro a tutti i canepinesi e paesi limitrofi. Sia Panunzi che l’assessore Hausmann ritengono necessario lo sviluppo di un piano regionale unitario che regoli l’applicazione dei fitofarmaci e avvii una politica di marchio territoriale.