18112024Headline:

“Col cavolo che mi candido più a sindaco”

Giulio Marini parla di Comune, Provincia, (Forza) Italia e del suo nuovo movimento

Giulio Marini facchino, quando era sindaco di Viterbo

Giulio Marini facchino, quando era sindaco di Viterbo

Sarà pur stanco, il bandolero. Ma quando gli parte la favella non lo fermi manco col bazooka. Traduzione per coloro i quali non provengono da Oxford: nel momento preciso in cui il signore indicato si appresta al dialogo, seppur si presenti con un tantino di affanno, risulta difficoltoso arginarlo.
Bene. Il bandolero stanco in questione, altri non è che Giulio Marini. Un fiume forzitaliota mai in secca. Al quale vale la pena lasciare subito spazio, senza manco andare oltre.
Dove ci si era lasciati, ex sindaco?
“Ci si sente di rado, non saprei”.
Facciamo a prima delle elezioni, allora. Un periodo di “movimento”.
“Già, il mio neonato movimento”.
Come procede la gravidanza?
“Bene, grazie. Apriamo la sede viterbese a giorni”.
E come si chiama il pupo? Avete scelto?
“Per ora diciamo solo che sarà una start-up locale”.
Poi se è maschio o femmina, si vedrà.
“Appunto”.
Così, per partire morbidi: concorrete alle prossime comunali?
“Mancano due anni. Presumo di sì”.

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