23112024Headline:

Casa famiglia a Monterazzano, passo avanti

All'esame della Regione il progetto presentato dal distretto socio sanitario Vt3

L'assessore comunale ai servizi sociali Alessandra Troncarelli

L’assessore comunale ai servizi sociali Alessandra Troncarelli

Un altro passo avanti per la nascita a Viterbo di una casa famiglia. Definizione sintetica e imprecisa perché per la precisione si tratta di una struttura adibita ad un progetto di “abitare autonomo” per 6-8 adulti con disabilità di tipo psichico. Se n’era già parlato in ripetute circostanze, ma adesso – come si dice in gergo – c’è la notizia. Proprio in una riunione di ieri mattina della cosiddetta Commissione d’ambito (l’organismo che riunisce la Asl e i cinque distretti socio – sanitari in cui è suddivisa la Tuscia) si è preso atto ed è stata approvata la graduatoria messa a punto dalla Commissione tecnica (organismo di cui fanno parte funzionari ed esperti del settore).

In sostanza, al bando predisposto dalla Regione Lazio avevano risposto due distretti: il Vt3 (comune capofila Viterbo) e il Vt5 (comune capofila Nepi) con altrettanti progetti. Nella valutazione dei tecnici si è tenuto conto non solo dell’aderenza formale alle richieste elencate dall’assessorato regionale ai servizi sociali, ma anche delle valutazioni di merito, relative ad esempio alle esigenze territoriali. L’analisi della commissione ha portato ad una sorta di classifica che mette al primo posto la proposta del distretto Vt3. Un fattore che ha avuto un peso importante è stato il fatto che nell’area della Bassa Tuscia è già operante una struttura di questo genere, mentre è del tutto assente nel territorio coperto dal distretto di cui Viterbo è capofila. “E’ stato un lavoro importante – sottolinea l’assessore comunale ai servizi sociali Alessandra Troncarelli, che sin dal primo momento sta seguendo con attenzione l’iter procedurale -. La commissione d’ambito si è adeguata alle valutazioni fatte dagli operatori specializzati che hanno esaminato a fondo i progetti e quindi tutta la documentazione è stata inviata a Roma perché naturalmente la decisione definitiva spetta alla Regione”.

Come si suole dire in altri ambiti, ora la procedura è stata incardinata: “Ci sono 60 giorni di tempo – aggiunge l’assessore – per l’esito definitivo, ma contiamo di avere risposte anche prima. Magari già in luglio potremmo essere in grado di dare vita alla realizzazione di questa opera, di straordinarie utilità e importanza”. Pare di cogliere un sostanziale ottimismo sul buon esito della pratica… “Sì, sono fiduciosa per una serie di ragioni oggettive: l’assenza di una struttura simile nelle nostra zona di competenza, l’esistenza di un edificio (come quello di Monterazzano) al quale mancano pochi aggiustamenti e nemmeno particolarmente costosi per essere operativo in tempi brevissimi. Insomma ci sono le condizioni per fare bene”. In ogni caso non potranno essere rispettati i tempi che indicavano l’apertura della casa famiglia in settembre. “La Regione – conclude l’assessore Troncarelli – aveva già allungato le date attraverso la concessione di alcune proroghe. Se tutto va bene, come ci auguriamo, la casa famiglia potrebbe essere diventare operativa entro la fine dell’anno”.

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