Ragazzi, loro sono pronti e hanno già annunciato nella tappa di Roma cosa intendono proporre per la terza edizione dello Slow Food Village, la manifestazione che accompagna i giorni degli appuntamenti di Caffeina (24 giugno – 3 luglio). Una rassegna che comincia a diventare grande e che quest’anno sarà anche l’occasione per festeggiare qui a Viterbo il trentennale della fondazione dell’ente, nato un po’ in sordina e tra qualche scetticismo di troppo: “Questi sono matti: qui in Italia la cucina è ottima dappertutto – dicevano i sapienti di turno -. E poi che significa mangiare piano? Che bisogna masticare a lungo? Lasciamo perdere: sono i soliti radical chic ai quali non sta bene niente…”. E invece, vincendo resistenze e campanilismi, Slow Food è diventato un punto di riferimento fondamentale per la difesa del territorio, per la riscoperta delle tipicità, per il rispetto i cicli della natura (sarebbero da condannare al digiuno perpetuo quelli che pretendono le ciliegie a Natale e le arance a Ferragosto), per insistere sui prodotti a chilometro zero. Tutte cosucce che sono entrate nel vocabolario quotidiano e che vengono accettate e messe in pratica dalla stragrande maggioranza dei consumatori e dei cittadini. Scelte consapevoli per mangiare bene e soprattutto sano.
Comunque. si parte venerdì 24 agli Almadiani. “Le novità di quest’anno – annuncia la presidente provinciale Claudia Storcè, all’esordio come gran capo della kermesse – sono diverse e il programma (che stiamo chiudendo proprio in questi giorni) si annuncia ricchissimo. Durante la manifestazione sono previsti 20 appuntamenti: due al giorno, uno alle 19 e l’altro alle 21,30. Presentazioni di libri, vere e proprie lezioni su argomenti di vario genere: agricoltura sociale, cambiamenti climatici, agromafie, percorsi religiosi e cammini legati alla storia e alla cultura dei nostri territori a cominciare dalla via Francigena. Tutti questi appuntamenti si terranno all’interno della ex chiesa”.
“Una particolare attenzione – continua la dottoressa Storcé – sarà dedicata al tema portante di questa edizione: i legumi. Va ricordato infatti che il 2016 è stato indicato dalla Fao come anno internazionale dei legumi, prodotti peraltro che sono particolarmente buoni nella Tuscia: i fagioli del purgatorio di Gradoli, le lenticchie di Onano, i ceci dal solco dritto di Valentano. Autentiche eccellenze che avranno il giusto risalto anche durante gli show cooking e i Laboratori del Gusto nei quali saranno presenti i cuochi e gli chef dell’Alleanza e delle varie Condotte del Lazio. Vorrei anche segnalare che sabato 25 sarà inaugurata la mostra fotografica di Cristiano Maggi dal titolo ‘Skin and Food’, cioè pelle e cibo”.
Secondo tradizione, sarà aperto ogni sera il ristorantino sotto le stelle (dove si potrà cenare con i piatti della tradizione viterbese); e ancora, per spuntini più veloci ma non per questo meno gustosi, le proposte selezionate dello Street food e l’angolo riservato agli orti della Tuscia. Un’altra novità di quest’anno è la presenza dell’Oleoteca, mentre la Campania (in onore del tema della rassegna) sarò presente con le proposte di Leguminosa. Un menu intenso e accattivante che vale sicuramente la pena provare: buon appetito