Il dovere del ricordo, le storie di chi ha pagato con la vita l’atrocità della guerra. Nomi e persone che all’apparenza non dicono nulla, ma che in realtà sono stati testimoni della più grande tragedia del ‘900, la seconda guerra mondiale. Il prezzo pagato è stato enorme: 6 milioni di morti. Tra loro anche uomini e donne di Canepina. E per dare un nome e un cognome a queste vittime, il giornalista Beniamino Mechelli ha scritto un piccolo volume: “Per brutale malvagità. Atrocità nazifasciste a Canepina tra il settembre 1943 e il giugno 1944”, presentato ieri pomeriggio a Canepina nel Salone Quarto Stato del Museo delle Tradizioni Popolari.
In tanti hanno voluto ascoltare le storie che Mechelli ha dettagliatamente descritto nel libro, come quelle di Pietro Ercoli e Domenico Manili, di Maria Pampana e Mariano Paparozzi, di Carlo Testa e Elina e Giove Benedetti. Vittime innocenti della furia tedesca che, dopo l’armistizio del 1943 si è abbattuta sugli italiani: “Il titolo me lo hanno ‘fornito’ direttamente i carabinieri che nel descrivere le atrocità dei nazifasciti in tutta Italia, quindi anche a Canepina, alla voce ‘causa sintetica del fatto’ in molti casi scrivono ‘per atroce malvagità’ proprio a sottolineare il gusto di uccidere. Questo libro nasce dalla necessità di dare un nome e un volto a questi canepinesi innocenti. Ho voluto anche omaggiare il giornalista dell’Espresso Franco Giustolisi che con le sue inchieste ha permesso a tutti gli italiani di conoscere l’Armadio della vergogna in cui erano stati nascosti 695 fascicoli processuali contro gli autori di queste brutalità”. E infatti tra quei fascicoli relativi a eccidi passati alla storia (come Sant’Anna di Stazzema e le Fosse Ardeatine) ce n’era uno che faceva riferimento alle atrocità commesse in provincia di Viterbo e, appunto, a Canepina che pagò un prezzo altissimo in quegli anni terribili: il bombardamento aereo del 5 giugno 1944 provocò 115 vittime e la distruzione della parte più antica del paese.
In sala presenti anche i familiari delle vittime delle atrocità nazifasciste. Durante la presentazione è intervenuto il sindaco di Canepina Aldo Maria Moneta che ha ricordato come “attraverso il libro di Mechelli, noi come cittadinanza possiamo dare il nostro giusto tributo a vittime innocenti di una pazzia umana”. Gli ha fatto eco il consigliere regionale Enrico Panunzi: “Voglio ringraziare Beniamino Mechelli per il grande lavoro di ricerca che svolge sempre con passione – ha sottolineato -. Quando mi ha detto che era in possesso di quel fascicolo non ho esitato un attimo ad appoggiare la sua volontà di scrivere un libro. La storia non è fatta solo dei grandi fatti, quelli che conosciamo tutti, ma anche e soprattutto delle piccole storie che spesso vengono dimenticate e invece abbiamo il dovere di ricordare e tramandare di padre in figlio. E il libro di Mechelli, in tal senso, è un prezioso aiuto”. Durante la presentazione era possibile acquistare il libro di Beniamino Mechelli attraverso un’offerta libera il cui ricavato verrà interamente devoluto al Museo delle tradizioni popolari di Canepina.