21112024Headline:

“Al lago di Vico il divieto c’è ma non si vede”

Raimondo Chiricozzi (Aics) sprona i sindaci di Caprarola e Ronciglione a fare di più

Il fenomeno dell'alga rossa nel lago di Vico, altra storia

Il fenomeno dell’alga rossa nel lago di Vico, altra storia

​Avevamo appena festeggiato la quasi totale balneabilità delle nostre acque, che subito è toccato di posare lo champagne (chi può, noi la Peroni) e di impugnare un bel cero. Di quelli tristi, da processione, che saranno pure leggeri ma in verità pesano come un rimorso di coscienza.
E già. Perché lo scorso 20 maggio l’Arpa ha inviato ai sindaci interessati la cosiddetta non balneabilità del lago di Vico. E cioè, un parere ultimo sulla questione. Con la decisione finale di chiudere il bacino ai bagnanti. Immaginiamo la felicità di chi ci vive e ci trae profitto, da quell’area. Si passa facilmente dalla cera alla corda col sapone.
Comunque, la comunicazione è stata giocoforza recapitata ai primi cittadini di competenza, che subito si saranno mossi (uno immagina). Ed invece non proprio subito, stando a quanto dice l’Aics. Che non è l’associazione italiana cuori solitari, ma piuttosto quella “cultura e sport”.
Scendiamo nello specifico. “Abbiamo verificato che l’ordinanza del sindaco di Caprarola è stata emessa dopo ben 5 giorni dalla richiesta dell’Arpa – spiega Raimondo Chiricozzi in una lettera talmente aperta che l’ha ricevuta mezzo pianeta – è stata inoltre regolarmente pubblicata sul sito del Comune. Purtroppo nel dispositivo non viene dato incarico alle forze dell’ordine, né ai vigili locali, né alle guardie dell’ente riserva naturale, di vigilare per la sua osservanza. Inoltre nessun cartello riportante il divieto di balneazione è stato apposto nella riva del lago, in particolare nel tratto ‘La bella Venere'”.

Raimondo Chiricozzi, Aics

Raimondo Chiricozzi, Aics

Ok. Praticamente tardi e male. Consiliamoci allora con la zona ronciglionese, lì di sicuro non hanno toppato. “L’ordinanza in questo caso è stata emessa dopo ben 6 giorni dalla comunicazione – prosegue amaramente Chiricozzi – riguarda un tratto del lago di Vico località Arenari tra la Scaletta e Riva Fiorita. Anche questa, regolarmente pubblicata sul sito, non chiede aiuto alle forze dell’ordine. Sono stati inoltre apposti fogli volanti legati con un cordino ai corrimano in legno riportanti in fotocopia l’ordinanza. Quasi tutti i fogli sono spariti e ciò chiaramente non garantisce la giusta informazione a cittadini e turisti”.
Che sì, hanno continuato a fare il bagno. In tutto ciò, per chiudere e se qualcuno fosse rimasto indietro, il problema generale sarebbe “una schiuma bianca e striature rossastre oleose”. Chi la conosce la evita.

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