Segnatevi codesta data: domenica 5 giugno. E cioè, domenica questa qua che viene. Ecco, proprio in tale occasione, fate il favore, tenetevi lontani dalla Via Francigena. Non tutta, a dire il vero. Magari però evitate quella fetta che va da Acquapendente e arriva fino a Montefiascone. Toccando, logico, San Lorenzo Nuovo e Bolsena.
Perché?, vi chiederete. Semplice. Perché tra voi e la meta ci saranno, oltre che 42 chilometri e 195 metri, anche 2252 persone. Sì, avete capito bene: duemiladuecentocinquantadue. Più vari e allegati, a fare di contorno. Ora, cosa ci fa tutta ‘sta gente da quelle parti? Partecipa alla quarta edizione della European Francigena marathon. Lungo il sentiero “Sigerico”, direbbero i saggi.
Andiamo a capire come funziona. Inutile mettersi qua e parlare di chi organizza, di chi sponsorizza, di chi questo e di chi quello. Si finirebbe domani. Per dire: pensate solo a quante bottigliette d’acqua ci vorranno per dissetarli. Meglio quindi concentrarsi sul contorno dell’evento. Approfondendo quanto presentato ieri in sede di conferenza stampa, sul cucuzzolo della Rocca falisca. Dove tutto avrà termine. Dove ci si toglieranno le scarpe in stato di confusionale adorazione.
“In poche ore passeranno per il mio paese più o meno lo stesso numero di persone che ci abitano”, abbiamo scelto il messaggio del sindaco di San Lorenzo, Massimo Bambini, per aprire le danze e cominciare a far capire la portata della cosa. “Una gara senza vincitori – ora l’altro Bambini, Alberto, primo cittadino di Acquapendente – che ci è quasi sfuggita di mano. È diventata enorme”.
Così grande che a un certo punto è toccato di dire “stop” alle adesioni. Così importante che mescolerà 72 province diverse. “Noi siamo quelli che forse più si sono resi conto del flusso annuale di pellegrini – spiega Paolo Dottarelli, Bolsena – lavoriamoci perciò su eventi di questo tipo, e dividiamoci i compiti. È difficile progredire, considerando i bilanci che abbiamo. Ma stiamo crescendo comunque”.
Dello stesso avviso Renato Trapé, a fare gli onori di casa (il suo sindaco nel frattempo sta sposando una coppia a Viterbo, che sia un colpo di stato alle spalle dormienti di Michelini?). “Sicurezza, segnaletica e accoglienza – rimarca – la Tuscia sta messa benone. Anche se…”.
Anche se la Francigena è ancora in ombra. Anche se è l’Anno dei cammini e in pochi se ne sono accorti (meno ancora che ci sarebbe il Giubileo). Anche se, forse, ciò che veramente manca in zona, è una vera cultura dell’accoglienza. Che tentare di divenire una Santiago 2.0 sarebbe un errore colossale già in partenza.
Ogni cammino è diverso, chi cammina lo sa bene. Ogni cammino ha la sua storia, unica. Ogni cammino… ha i suoi camminanti.
E buona maratona.