Si inizia con una nota, sempre la stessa per un’intera ora, alla quale si aggiungono di volta in volta i suoni di una batteria, di una tromba, di un sax, di un contrabbasso e di una chitarra elettrica. Questi strumenti non solo altro che gli accompagnatori di quella nota, meri produttori di suoni musicali che si uniscono improvvisando; sono come dei danzatori che si muovono intorno al ballerino di punta e non fanno altro che esaltarlo. Quella nota, così speciale, è il suono della Terra.
Sì, la Terra canta. E sì, la Terra ha già fatto sentire la sua voce. Ha debuttato, per la prima mondiale, nel cratere del Vulcano La Solfatara di Pozzuoli. Il concerto, intitolato per l’appunto “Canto Flegreo”, è nato dall’idea, del tutto originale e innovativa, di un geologo-geofisico Antonio Menghini e del batterista Michele Villetti. I due hanno deciso di unire scienza e musica dando il via al progetto “E-Mago”, il cui team, oltre ai due pionieri, è composto da professionisti tutti provenienti da Viterbo: il musicista Edoardo De Santis, la film-maker Giulia Selvaggini, il tecnico fonico Riccardo Scorsino, il redattore culturale Leonardo Vietri, il network and system engineer Michele Empler, lo studio S.Te.G.A con Stefano Floris, Matteo Pelorosso e Antonio Menghini, e Stefano Pontini (colui che fa il miracolo trasformando la “voce” terrestre in suono).
È avvenuto tutto in estemporanea: Antonio Menghini ha effettuato un sondaggio elettromagnetico all’interno del cratere, Stefano Pontini ha tradotto i segnali in suono e sul tappeto di note prodotte dalla Terra, lasciandosi ispirare da esse, il Michele Villetti Quartet (Luigi Tresca al sax, Stefano Battaglia al contrabbasso, Francesco Maschio alla chitarra, lo stesso Villetti alla batteria, V Drum, voce e duduk) con la speciale partecipazione di Flavio Boltro alla tromba, hanno improvvisato delle composizioni musicali che ricordavano Miles Davis, nel periodo Bitches Brew, e i primi Pink Floyd.
È stato un grande successo sia tra gli scienziati presenti, sia tra tutti gli altri spettatori amanti della musica e curiosi dell’originale iniziativa scientifico-musicale (alcuni di essi, inoltre, hanno contribuito alla realizzazione dell’evento “pedalando” per fornire energia agli strumenti musicali). È bastato un solo concerto per dare una vasta eco al progetto “E-Mago” nel mondo della scienza e in tutti quei luoghi d’Italia che ora vorrebbero ospitare l’evento, perché l’iniziativa non è soltanto innovativa di per sé, ma può essere anche un modo per dare valore alle aree geologiche e naturalistiche della penisola, come è successo per il Vulcano La Solfatara di Pozzuoli.
“È straordinario come i Campi Flegrei, oltre a emettere gas, fumarole e odori, ci donino anche dei suoni’’, spiega Marcello Martini, commissario dell’ingegneria della sezione Na-Osservatorio Vesuviano, al cui entusiasmo si unisce quello di Piergiulio Cappelletti, direttore Distar, università Federico II di Napoli: “Il progetto E-Mago è meritevole di qualsiasi tipo di attenzione perché è unico e innovativo”.
Il concerto “Canto Flegreo” è stato fortemente voluto e sostenuto anche dall’Ordine dei Geologi della Campania e dal suo direttore Domenico Sessa. Hanno inoltre partecipato ospiti importanti che sono stati invitati a parlare: il commissario Marcello Martini dell’Ingv, sezione Na-Osservatorio Vesuviano, il direttore artistico Antimo Civero del Pozzuoli Jazz Festival, Piergiulio Cappelletti direttore del Distar dell’università Federico II, Francesco Russo presidente dell’ordine dell’Org Campania e Vincenzo Morra esperto dei Campi Flegrei.