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E sulla spiaggia un bottino di umana inciviltà

Gli studenti del San Benedetto di Tarquinia, col Cirspe, alla ricerca della sporcizia

I ragazzi in partenza

I ragazzi in partenza

Che bello il mare. Chissà cosa ci sarà mai lì dentro? Pesci misteriosi, tesori dei pirati, sottomarini russi e polpi in amore. Invece no. “Oltre 100 pezzi di plastica, 10 scarpe, più di 70 bastoncini da cocktails e 32 resti di giocattoli”. Wow. È ancora. “Mozziconi di sigarette, tappi, bottiglie e anche i resti di un bunker della Seconda guerra mondiale con l’armatura arrugginita”.
Alla faccia dei forzieri, insomma. Ma dove sarà questa spiaggia? Al “Porticciolo”, a Tarquinia, antico approdo in epoca romana e successivamente carcere. Attivo per buona parte del ‘900 prima di essere distrutto.
Insomma. Non è che i ritrovamenti siano così confortanti. A renderlo noto in ogni caso è il Cirspe che, insieme a Costa Crociere Foundation, sta mettendo in campo tutte quelle azioni che portino alla riduzione della produzione dei rifiuti in mare e al corretto conferimento. Nel caso specifico di Tarquinia, sono stati gli studenti dell’Istituto comprensivo San Benedetto a catalogare il “bottino”.
L’iniziativa, che ha già coinvolto anche Civitavecchia, punta a sensibilizzare i cuccioli delle scuole medie, operatori ittici e famiglie di tre diverse regioni (Liguria, Toscana e Lazio) e di ben otto comuni del litorale italiano: Castiglione della Pescaia, Livorno, Viareggio, S. Margherita Ligure, Civitavecchia, Fiumicino, Montalto di Castro, Tarquinia. Proprio ieri l’altro infatti la carovana si è spostata a Pescia Romana.

Il bottino in spiaggia

Il bottino in spiaggia

“Per tre anni – spiega Adriana Murtas, attività didattiche del Cirspe – studenti e pescatori verranno coinvolti in momenti di formazione, laboratori e uscite. Suddivisi di volta in volta in gruppi, che setacciano la spiaggia catalogando ogni rifiuto che trovano. Alla fine ci si riunisce per stilare una ‘top ten’ dei materiali. Un lavoro di squadra e al tempo stesso un momento di riflessione sui danni provocati dall’inquinamento”.
“Il progetto – aggiungono invece Francesca Biscotti ed Erika Colagé, docenti dell’Istituto San Benedetto – è un ottimo spunto sia per sensibilizzare i ragazzi sulle problematiche dell’inquinamento sia per scoprire il loro territorio e come comportarsi per rispettare il posto dove abitano. Un lavoro, infine, interdisciplinare capace di coinvolgere più competenze trasversalmente. Ma soprattutto sono coinvolti i ragazzi in prima persona”.

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