Ognuno ha gli amici che si merita. E noi, povere anime di Viterbopost, frequentiamo anche agenti turistici. Nel senso, persone che gestiscono tali agenzie. Coloro i quali condividono un destino beffardo coi benzinai di Pasquetta. Entrambi, infatti, si prendono immobili i fumi di scarico in faccia, dopo aver fatto un pieno, e mentre il mondo si va a divertire.
Divagazioni da allucinazioni post-ciliegie a parte, in una delle chiacchierate coi suddetti operatori, siamo venuti a conoscenza di una cosetta strana assai. L’uccellino suggeritore nostro non si espone, logico (ognuno ha i suoi mutui da pagare); ma ci fornisce comunque strumenti necessari per argomentare a sufficienza. Non solo, domani senza dubbio torneremo sul pezzo, sentendo i diretti interessati (non sia mai che abbiamo capito male).
Bene. Incipit. La Camera di Commercio di Viterbo pubblica un bando. E fin qua non ci piove. Il bando è il seguente, http://www.vt.camcom.it/it/news/i-cammini-del-lazio-la-francigena-della-tuscia-scad-26052016_94.htm/, ed è diretto proprio alle agenzie del territorio (quelle iscritte, con le tasse in regola, e bla bla bla). Se qualcuno fosse pigro, se non volesse cliccare sul link sovrastante, ecco pure un piccolo riassunto: il bando intende promuovere “pacchetti” lungo la Francigena, quella nostra. Che, per eccedere con lo zelo, va da Proceno (Acquapendente) a Monterosi, prima di sfociare nel caos di Roma.
E uno dice: sialodatogesucristo che dopo 2016 anni si è finalmente deciso di assecondare una forma di turismo intelligente, in un luogo intelligente (oltre che preesistente), in un momento intelligente (Anno dei cammini, Giubileo straordinario), e via dicendo sempre con l’intelligenza diffusa in primo piano. Saremo in ritardo, a vederla bene. Ma stiamocene.
Avanti, perciò. Nel bando, e qui cascò il somaro, si invitano le agenzie a proporre codesti pacchetti con accompagnamento (diciamo necessario, eufemismo) dei volontari del Cai.
Ora, non serve di essere esperti del settore, ma uno qualche domanda se la pone nell’immediato. Tipo: possibile che dentro la Camera di Commercio non ci sia un’associazione di guide effettive? E cioè, di gente che paga le tasse, che lo fa per lavoro? Come può un’agenzia affidarsi a un volontario? E se qualcuno si fa male? E se le cose vanno storte? Su chi si rifà?
Ecco. Tutto questo tenteremo di capirlo domani, ascoltando le due campane. Nel mentre sottoscriviamo l’anomalia, e chiudiamo con una precisazione. Nessuno ce l’ha coi ragazzi del Cai (piuttosto, Club alpino italiano), sia chiaro. Ci si chiede però, qualora sia realmente vero che si voglia sviluppare turismo nella Tuscia, se forse non sarebbe stato meglio affidarsi a chi nel (e per il) settore ci lavora. Giacché è proprio il lavoro (e non il volontariato, che rimane una nobile pratica) il comparto massimo che deve (dovrebbe) tutelare la Camera.