Tuscia in jazz, giorno tre. Ci si era lasciati ieri con la promessa che saremo tornati oggi a parlare del famoso buco. Che non è quello con la caramella intorno, ma piuttosto quello che il Comune ha accumulato nei confronti della rassegna. Quattordicimila euro. Tanti soldi mancano nelle casse del direttore Italo Leali. Un malloppone maturato in tre ondate. E facente capo ad altrettanti amministratori.
Ora, ci si era salutati (come già detto) con l’intento di approfondire la questione, tirando in causa l’assessore Antonio Delli Iaconi. Non perché del trittico è il più cattivo, ma semplicemente perché è lui che si occupa di Cultura. Non solo, poco tempo fa, su queste colonne, lo stesso ci aveva raccontato che “probabilmente il festival se ne andava da Viterbo in quanto gli Almadiani erano occupati dagli etruschi”. E noi, siccome che siamo buoni, ci avevamo quasi creduto (forse).
Nulla, però. Tonino ieri non ci si è concesso. Troppo impegnato? Può darsi. Confidiamo che ci richiami lui, in giornata. Altrimenti andremo avanti a oltranza. A costo di stipulare un “You e Tonino” con la Vodafone.
E nemmeno con Barelli si è riusciti a parlare. Ma, in questo caso, una sola chiamata persa può essere letta come “scusate, sono in altre faccende affaccendato. Mi rifarò vivo appena posso”.
Terzo interpellato, non per ordine di importanza, ma per ricaduta effettiva del debito, il sindaco Leonardo Michelini. Che, da buon padrone di casa, si è allineato ai suoi (poi va a dire che questa maggioranza non è coesa) e non ci si è filati.
Escludiamo dalla lista dei cattivi, invece, Marco Ciorba. Perché non in loco. E perché su di lui va fatta una precisazione. I suoi mille euro Marco li ha pagati, liquidando il service del concerto di Natale. Del quale, però, nessuno ha pagato il gruppo. Una lieve dimenticanza, che giocoforza ricade ancora su Delli Iaconi.
Pare che le ultime parole famose siano infatti state: “Tonì, c’è da dare 1000 euro a Italo per la band”. Risposta: “Ok, ci penso io”.
E oggi Italo ha quattordicimila euro in meno.