18112024Headline:

Ricorso per riaprire le porte gialloblu

Camilli ha già mosso i suoi legali per contrastare l'assurda decisione del giudice

Il patron Piero Camilli in tribuna

Il patron Piero Camilli in tribuna

Una città incredula, ferita nell’onore. Che si sente vittima, ma senza fare del vittimismo. Il giorno dopo la clamorosa sentenza del giudice sportivo – che ha chiuso al pubblico lo stadio Enrico Rocchi per la prossima partita casalinga, dell’8 maggio contro l’Arzachena, la presumibile quanto auspicabile gara che segnerà il ritorno della Viterbese nel calcio professionistico dopo 8 anni di assenza – Viterbo oscilla tra la rabbia e l’orgoglio. E qui il calcio, il pallone, l’oppio dei popoli, c’entra relativamente. Perché la sanzione del giudice Francesco Riccio (completata da duemila euro di multa, lo stipendio di un funzionario pubblico) è considerata come una pena eccessiva, sopra le righe, una punizione ingiusta sia per misura, sia per tempistica. Una condanna troppo aspra, per una piazza che tra l’altro nell’arco di tutto il campionato si era comportata in un modo eccellente, senza far registrare comunque altri provvedimenti del genere a suo carico.

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