L’Italia si dimostra italietta per l’ennesima volta. Il problema cronico, dal quale si continua a non uscire, non è tanto “perché si è fatta una cosa”. Bensì “come mai se ne parla successivamente”. E così una nazione intera grida allo scandalo, sapendo che Salvatore Riina, figlio di Totò, viene ricevuto da Bruno Vespa a “Porta a porta”, per presentare il libro (eufemismo) “Vi racconto mio padre”.
Ecco. Basterebbe sapere queste quattro informazioni, aggiungerle ad un Canone Rai che a breve ci costerà quanto il tonno, per decidere di buttare nel cesso la tivù, bruciare l’antenna, e cominciare a pensare. A leggere (altre cose). Ad ascoltare.
Invece no. Parte spedito il fronte dell’indignazione. “E questo è un bene”, dirà qualcuno. Certo. Fermo poi sapere che in poche ore la prima stampa del mostro su carta è andata e ruba. E la seconda sta per essere sfornata. Ergo: picchi di share alle stelle da Vespa. E grandi affari assicurati nei prossimi mesi (giorni). Per un mondo dell’informazione che quando si tratta di mangiare non bada affatto se sul piatto ci sia cioccolata o quell’altra cosa.
Così, geolocalizzando il fenomeno in terra di Tuscia, passando per il sindaco di Vignanello che nel borgo che amministra fa apporre l’A4 “I lettori che frequentano questa biblioteca non hanno, e non avranno, a disposizione il libro di Salvatore Riina”, e assecondando anche il tam-tam delle numerose librerie che accompagneranno la capostipite di Catania (in vetrina stesso messaggio di cui sopra), si arriva a Paolo Pelliccia. Quel signore col cappello e gli occhialini buffi che ogni volta che apre bocca fa discutere. Che lo si può amare o odiare, ma non ignorare.
Cosa ne pensa Pelliccia dei Riina? “Un dibattito inutile”, apre. Come, il Consorzio Biblioteche di Viterbo non si schiera in questa battaglia? “La nostra risposta concreta si chiama sala lettura dedicata alla legalità – prosegue – è aperta da un pezzo. Vi vengono a studiare tanti giovani. Che quando alzano la testa trovano facce e frasi di martiri dello Stivale. Guardali oggi, guardali domani, finisce che si chiede un volume su di loro. Si crea così dibattito, consapevolezza. Altra cosa, mi arriva il titolo di Riina tra le mani, non lo ordino. Punto. Il resto, invece, è retorica”.
Già. O ipocrisia. Che non è che sia così meglio intervistare Gheddafi (buonanima) o Putin…