“Valutare e verificare le denunce delle ore inviate dalle imprese in cassa edile per evitare il ricorso alle ‘ore anomale’. A promuovere l’iniziativa, tramite l’osservatorio provinciale della cassa edile, è la FenealUil di Viterbo assieme alle altre federazioni”. Lo dichiara Francesco Palese, segretario generale della FenealUil di Viterbo e del Lazio. “Le ‘ore anomale’ – spiega Palese – sono quelle che inserite in denuncia ore vengono giustificate come assenze del lavoratore per ‘permessi individuali retribuiti e non (ferie ed altro). In realtà è un metodo per dimezzare o eludere il pagamento al lavoratore delle ore accantonate presso la cassa edile. Anche il Durc, documento unico di regolarità contributiva, nato per contrastare le irregolarità di molte aziende, per fortuna non tutte, inducendole al rispetto delle scadenze contributive e previdenziali, dal 1 luglio 2015 è diventato on line. Le novità che sono state introdotte per questa procedura hanno comportato nel 2016 molti cambiamenti tra i quali, in particolare per la provincia di Viterbo, quella di recuperare alcune imprese insolventi, ma anche imprese che pur avendo un codice contributivo edile, non si erano mai premunite di iscriversi presso la cassa edile”.
“Per quanto riguarda invece i segnali positivi dell’economia italiana che in questi giorni si sentono a gran voce – prosegue Francesco Palese – vedono purtroppo il settore delle costruzioni ancora registrare cali dei livelli produttivi e occupazionali. Secondo i dati di Bankitalia, il numero degli occupati rispetto agli anni precedenti è rimasto invariato, mentre la disoccupazione è aumentata, fino ad arrivare al 13,2%. Anche nell’industria si continuano a perdere posti di lavoro. In controtendenza le costruzioni nel Lazio stanno assistendo quest’anno ad una crescita del 6% degli occupati, così come ad una contrazione del 16,3% della cassa integrazione”. “Forse – sottolinea il segretario della Feneal Uil – leggendo attentamente questo dato di crescita, si capisce che è il risultato della nuova riforma sugli ammortizzatori sociali come appunto la cassa integrazione. Infatti le imprese hanno ritenuto dover far rientrare i lavoratori in produzione anziché tenerli in cassa integrazione, i cui costi sono maggiori rispetto al passato. Per cui non conviene più accedere a periodi di cassa integrazione se non estremamente necessari”.
“Anche per la realtà viterbese – aggiunge ancora – la curva di decrescita rallenta. Aumentano di poco (2-3%), il numero dei lavoratori attivi e si contraggono le imprese attive e le ore lavorate. Tale dato dei lavoratori attivi si nota dalla consistenza media aziendale che da 3,56 addetti nel 2015 passa a 4,15 nei primi mesi del 2016. Prova, questa, di un processo di strutturazione delle aziende che vede in difficoltà quel tessuto di piccole imprese composte dalla metà dei dipendenti. Le ore medie lavorate, ferme a 840 ore annue, indicano infine una frammentarietà persistente dei rapporti di lavoro”. “E questo – conclude Francesco Palese – probabilmente perché esistono ancora forme di elusione”.
ALCUNI DATI IN PROVINCIA DI VITERBO
2013 2014 2015
LAVORATORI ATTIVI 3.186 2.921 2.976
ORE LAVORATE 2.601.918 2.453.773 2.339.290
IMPRESE ATTIVE 893 761 716