16112024Headline:

Un po’ di inviti agli amministratori…

Sindaco, vice, assessori, dissidenti: fate qualcosa per Viterbo

L'assessore Luisa Ciambella con il collega Alvaro Ricci

L’assessore Luisa Ciambella con il collega Alvaro Ricci

Questa settimana mi piace fare degli inviti, non a cena, per carità, mancano i piccioli come direbbe Montalbano, ma sempre di inviti si tratta.

Cominciamo dal sindaco Michelini. Forse il grande Leonardo, dopo il consiglio comunale di venerdì, si sentirà anche lui un “da Vinci”. Ma, forse, non ha ancora capito che la sua è soltanto la vittoria di Pirro e che nel futuro, se esisterà un futuro, dovrà guardarsi, diciamo, alle spalle, giorno per giorno. Sono tre anni che Michelini vive di tentennamenti, di promesse mai mantenute, di “ci penso io”. In tutto questo tempo, Viterbo è rimasta al nastro di partenza senza nulla di concreto, di innovativo, di costruttivo. Quello che è stato fatto, l’ho già scritto l’altra settimana, è stato lo sfruttamento del lavoro altrui: plus, ecc. Per di più rimanendo in secondo piano con Ricci o la Ciambella all’avanguardia. Un personaggio che aveva suscitato tante simpatie per i suoi trascorsi, per la sua coerenza, per le sue dichiarazioni circa la voglia di fare tanto per Viterbo. Che cosa è avvenuto? Nulla, il niente assoluto, con in più la dimostrazione dell’attaccamento alla poltrona di sindaco, facendosi scudo di una allucinante indagine giornalistica che, come tutte le indagini, lascia il tempo che trova. Ed ecco, dunque il mio primo invito, anzi più inviti: di ritrovare la sua dignità, la sua personalità, la sua coerenza, la sua serietà. Mandi qualche suo amico fidato in giro per Viterbo, a sentire cosa dicono i cittadini di lei, forse potrebbe avere delle delusioni. Ha dichiarato che farà un primo incontro con i suoi, poi con la sua maggioranza (quale?) e poi, vedrà come formare la Giunta (ancora, per l’ennesima volta). Si dice in giro che gli intoccabili saranno senz’altro Ricci, Ciambella, Barelli e Saraconi. Continui pure su questa strada e vedrà che alla fine, si ritroverà con una mano davanti e una di dietro.

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Altro invito è per i sei rientrati (complimenti al settimo). Ma cosa siete? E’ vero che l’amministrazione comunale era già nella semioscurità, ma con il vostro comportamento l’avete fatta piombare nel buio più totale per settanta giorni e alla fine rientrate, dichiarando che voterete secondo coscienza e che non siete andati oltre perché ve lo ha detto il Partito?  Ma mi faccia il piacere, diceva Totò. Il Partito è importante e quando uno fa una scelta la deve rispettare, è vero; ma il Partito viene dopo la nostra personale responsabilità, il nostro credo, la nostra giustizia, il nostro rispondere a chi ci ha eletti, alla città che dovremmo amare e per la quale dovremmo comportarci con coerenza e serietà. Il Partito? Ma che siamo in epoca fascista? Chi vi comanda Hitler? E poi, quale partito? Quello di Renzi, quello di Fioroni? Quello di Sposetti? Quello di Panunzi? Fatecelo sapere.

Cosa pensate di combinare votando secondo coscienza? Una cosa approvata, quell’altra no, quell’altra ancora forse; in una seduta votate sì, in un’altra no, in quella che non sapete cosa fare vi date assenti, malati o altro. E’ questa che pensate sia la strada giusta per amministrare una città?  A voi l’invito di tirare fuori le palle: o sì o no. Non ci debbono essere alternative. Rispettate la città, i cittadini e voi stessi.

Le buche sulle strade: un problema da risolvere presto

Le buche sulle strade: un problema da risolvere presto

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Che dire poi del referendum sull’acqua e, di conseguenza, della prima commissione e, ancora una volta, dell’amministrazione Michelini? Si discute sul referendum l’ultimo giorno utile, non ci sono le carte, i documenti, manca il dirigente, ci si appella ad un regolamento mai discusso e portato a termine. Tutto a carte quarant’otto: referendum saltato, decisioni sull’acqua rimandate alle calende greche con, in più, il pericolo reale di un crollo di questa amministrazione e, quindi, di una non decisione definitiva. Ma ditelo chiaramente, con coraggio, che volete privatizzare l’acqua, che avete paura del costo della gestione pubblica anche se, a mio giudizio, con quello che costa attualmente l’acqua ai cittadini, con una gestione oculata ci si potrebbe ricavare un buon utile per migliorare le condutture, i pozzi, gli impianti di dearsenificazione, ecc. Quale invito fare a tutta questa pletora di pasticcioni (chiamiamoli così per essere buoni)? Personalmente lo so, ma non lo posso fare e mi limito a dire: ma andate bello, bello a quel paese. 

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Vogliamo parlare di ciambella? Scusate il minuscolo, ma quando penso a questa parola, mi viene sempre in mente quella rotonda, col buco, di color marrone, con l’anice, cotta al forno; insomma avrete senz’altro capito che sono un goloso e mi piace la “ciammella”. Intendevo, invece, parlare del vice sindaco, nonché assessora Ciambella. Avrete senz’altro letto il comunicato glorioso che ha mandato ai mass media con l’indagine del Sole 24 ore (nata vota…). Dice la Ciambella, no quella di salvataggio, sempre l’assessora, “Viterbo registra un taglio sistematico della spesa corrente (-16,2%) e un contestuale aumento della spesa per investimenti (+17,4%). Ciò a dimostrazione del lavoro puntuale di taglio alla spesa corrente effettuato sui due bilanci approvati da noi”. Al di là della replica di Ubertini, che vantava il tutto a nome delle giunta Marini, io mi domando: ma se le strade non le riparo, se non pulisco le fontane, se non faccio lavori di sorta per Viterbo, se lascio chiusi i teatri, se non incremento l’organico della polizia urbana, se ecc. ecc., la diminuzione della spesa corrente è conseguenziale. Naturalmente contestuale, appunto, sarà l’aumento della spesa per investimenti. Egregia assessora, se mi privassi del pane quotidiano, diminuirei la spesa anche io. Siamo tutti capaci a farla diminuire in questa maniera, ma come io ho bisogno del pane quotidiano, anche Viterbo ha bisogno, ad esempio, di riparare le strade. L’invito che le posso fare? Sia meno presuntuosa e lavori per Viterbo una buona volta.

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Anche l’altra settimana parlavamo di strade a Viterbo, uno schifo da per tutto: da strada Bagni a Via Cairoli, da Via Sant’Antonio al Corso, perfino a piazza del Plebiscito ci sono sampietrini rialzati e il sindaco o Ricci non ci inciampano mai. Avranno percorsi privilegiati o il navigatore informato, oppure è come l’apprezzamento che i cittadini esprimono quando li incontra il sindaco; i sampietrini quando passa il sindaco vanno giù, quando vedono una vecchietta risalgono su. Comunque non è solo Viterbo città che sta messa male con le strade. Prendiamo, ad esempio, la Cassia Sud, basta arrivare a Ponte di Cetti o ancora meglio a Vetralla e anche oltre. Uno schifo da morire: crateri, non buche; non parliamo poi in questi giorni di pioggia, c’è da mettersi le mani nei capelli (che non ho).  Io non so di chi è la competenza, se della Provincia o dell’Anas, non ci capisco più niente. Ma anche ammettendo che non sia di competenza della Provincia, un presidente che si rispetti, dovrebbe almeno sollecitare chi di dovere per cercare di sistemare una strada abbastanza frequentata nonostante la superstrada. E’ vero, non ci pensavo, Mazzola per fare Tarquinia – Viterbo e ritorno usa, appunto, la superstrada e non se ne accorge.

Allora egregio presidente Mazzola, il mio invito è questo: una volta, una sola volta, ritorni a Tarquinia facendo la Cassia. Allacciare bene la cintura di sicurezza per evitare sbalzi anomali.

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