La domanda che si fa il cittadino medio è molto semplice: ma c’è un allarme sicurezza a Viterbo? La risposta non può essere articolata con un semplice sì o con un altrettanto semplice no. Si parte da un’affermazione che il questore Lorenzo Surace ripete come un mantra: “Non esiste il rischio zero”. E su questo non ci sono dubbi, ma esistono strumenti assai persuasivi che possono di molto limitare i rischi, a cominciare dal controllo del territorio e dai servizi di prevenzione. E proprio su questo si muovono le forze dell’ordine della Tuscia: sono arrivati 10 carabinieri del Cio (Compagnia di intervento operativo) dislocati fra Bomarzo e Viterbo, è attivo un elicottero abilitato al volo notturno, poi pattuglie di poliziotti in moto e in borghese, almeno 2-3 volanti continuamente in perlustrazione in città, i poliziotti di quartiere. Oltre naturalmente agli servizi di vigilanza assicurati dai militari dell’Arma e della Guardia di finanza. Questa la risposta scaturita dal Comitato per l’ordine e la sicurezza che si svolto in settimana (anche su sollecitazione di una delegazione di cittadini ricevuta nei giorni scorsi dal prefetto).
Bene, queste sono le premesse che fanno riflettere ad alta voce il questore: “Non credo in tutta sincerità che una città come Viterbo meriti una militarizzazione maggiore. Non ne ravvedo le condizioni. Certo, i furti che si stanno verificando e le rapine degli ultimi giorni creano preoccupazione, ma voglio lanciare un messaggio di sicurezza, tranquillità e fiducia: le forze dell’ordine ci sono e lavorano attivamente per i cittadini. la polizia maggiormente nel capoluogo, i carabinieri in tutto il territorio provinciale. E il coordinamento tra le varie forze è costante e all’insegna della collaborazione. Gli ultimi episodi riguardano scazzottate e risse nelle quali sono stati coinvolti giovani viterbesi: anche in questo caso abbiamo agito con la massima celerità”. Saranno poi intensificati i posti di blocco, come quello di una settimana fa a Piazzale Gramsci proprio per far sentire in maniera tangibile la pressione su eventuali malintenzionati.
Detto tutto questo e ribadito che polizia, carabinieri, fiamme gialle e anche polizia locale si adoperano al meglio per assicurare la sicurezza dei cittadini, restano alcuni passaggi che il questore Suraci scandisce non senza un pizzico di rammarico: “Operatori commerciali, enti e istituzioni private e pubbliche, se sono dotati di sistemi di videosorveglianza, possono chiedere di collegare le telecamere alle nostre sale operative: in pochi lo hanno fatto e questo mi sorprende. Se si chiede giustamente più sicurezza, bisogna pur collaborare e questo non sempre avviene”. Non solo, ma sempre su sollecitazione dei cittadini e con riferimento in particolare al quartiere di San Faustino, si porrà maggiore attenzione al fenomeno degli affitti in nero, che coinvolge frequentemente persone di nazionalità straniera. “Se si tratta di clandestini, si commette un reato grave. Il nostro invito è di collaborare, di segnalare le situazioni di illegalità. Capisco che c’è sempre la paura di ritorsioni, di minacce, di ricatti, ma vale il discorso precedente: se si vuole più sicurezza, dobbiamo tutti dare una mano. Noi ci arriviamo lo stesso, ma magari potremmo farlo prima e meglio con l’aiuto dei cittadini. Anche le segnalazioni anonime, se proprio è necessario, si possono rivelare utili”.
Il messaggio è chiaro: Viterbo, nonostante tutto, è una città abbastanza tranquilla; i mezzi e gli uomini a disposizione vengono utilizzati al massimo; i controlli ci sono e saranno intensificati; non ci sono situazioni di particolare allarme, se non per i furti. Ma su tutto è necessaria una collaborazione più stretta fra cittadini e forze dell’ordine: è il punto di svolta per una città ancor più sicura e tranquilla.