Qualora l’angelo avesse avuto il suo bel profilo Facebook, probabilmente 2016 anni dopo non staremo qui a festeggiare Pasqua e pasquetta. Ma si sa, intorno allo Zero le cose procedevano con calma. E così la storia della resurrezione venne divulgata con 24 ore di ritardo. Che sono comunque meno della prassi Trenitalia o Cotral.
Perciò, innanzitutto Viterbopost augura a tutti i suoi 12 lettori (sempre loro) tanti cari auguri. Secondo poi, la redazione si prende una boccata immeritata di ossigeno: ci si rivede martedì mattina, puntuali come l’esattore delle tasse.
Nel mentre, poiché è festa e siamo buoni, ecco una carrellata (improbabile) di come passeranno pasquetta alcuni personaggi più o meno noti della Tuscia. In ordine casuale.
E ok, giuriamo che questa (dopo ferragosto e capodanno) è l’ultima volta che ripetiamo ‘sto giochino.
Leonardo Michelini
Il sindaco festeggia in famiglia. Grande pranzo in giardino e poi si pianta il cedro da 5 chili rimediato alla fiera. Che così per ferragosto c’abbiamo anche la cedrata.
Lucio Matteucci
Incredibile, gira voce che oggi Lucio stia lavorando. Non è chiaro sapere cosa stia facendo, ma ci si fida. Quindi per un giorno niente fontane da lucidare, strade da ramazzare, denunce da diffondere, fichi sui tetti da estirpare, palle da rompere.
Giulio Marini
Giulietto nostro gajardo e tosto non demorde manco questo lunedì. Mentre sorseggia un goccio d’amaro d’Arcore prepara nuovi slogan in vista delle elezioni che verranno. “Sono il Plus forte di tutti” il primo, e “Ve l’avevo detto che per cambiare era meglio non cambiare” il secondo.
Silvano Olmi
Il signor Fare, che insieme al suo socio signor Verde forma l’omonima associazione ambientalista, è stato appena scarcerato. Può raggiungere così i suoi cari. L’avevano messo dentro per l’Annunziata. In tutta la fiera era l’unico a lavorare senza permesso di soggiorno.
Giacomo Barelli e Antonio Delli Iaconi
Ore 4.30. Giacomino fa il palo. Tonino s’e messo la calzamaglia in testa. Stanno andando giù a Valle Faul, che c’hanno le chiavi della mostra. Il piano prevede di rubare due-tre quadri prima dell’apertura al pubblico.
Vittorio Sgarbi
Il cittadino onorario del capoluogo (ognuno ha ciò che si merita) è al corrente dei piani di quei due appena citati. Contattato preventivamente per un consiglio su quale tela sgraffignare, ha così commentato: “Eviterei quel Fontana, che è pure graffiato”
Piero Camilli
Non è dato saper ciò che combina, il presidente della Viterbese. Ma una cosa è certa: negli ultimi giorni, più che mai, gli agnelli gli sono passati parecchio distanti
Alvaro Ricci
Il Corsaro dovrebbe essere a Roccalvecce. Gira voce che dopo la sistemazione della frana per Pasqua lo abbiano portato addirittura in processione. Ora c’è da capire se ha interpretato il solito Re benefattore, o magari gli hanno messo su i vestiti di Gesù, o peggio ancora quelli di Giuda.
Italo Leali
A Castiglione il museo del vino viene ribattezzato MuvIt, in onore di Italo. Che ha portato tramite il Tuscia in jazz una quantità abnorme di turisti. Ed in più, da buon padrone di casa, li ha anche aiutati a terminare il vino di cui sopra.
Luisa Ciambella
La Lisetta aveva deciso di farsi gli affari propri. Una cosa riservata, insomma. Ma poi ha saputo di Tonino e Giacomino e si è voluta aggiungere: “Se vendiamo il De Chirico ci sistemo il bilancio. Il Modigliani invece me lo metto sopra il divano”.
Andrea De Simone, Domenico Merlani e Vincenzo Peparello
Confartigianato, Camera di Commercio e Confesercenti festeggiano in modalità composta il flusso disumano di visitatori che sono in città. Il trittico è stato avvistato, già alle 5 di mattina, in costume da bagno, a cantare dentro la fontana del Sacrario.
Filippo Rossi
Finito Jubilate, prima di Pienza e a ridosso di Caffeina, il papà dei festival è stranamente in Comune: “Esigo di fare Consiglio – dice – oggi ho due ore libere, ed è ancora presto per andare al mare”.
Paolo Moricoli
Il boy-scout che tutti vorrebbero avere a fianco è fuori il San Leonardo. Aspetta che qualcuno apra il teatro per lo spettacolo serale del Tuscia in jazz. Aspetta e spera, Paolè.
Dear Jack
Apertura col botto, per la band tarquiniese. Come annunciato da Viterbopost nei mesi scorsi, dopo l’ottima figura di Sanremo i ragazzi son tornati a casa, a gestire lo stabilimento balneare “Le palmette”. Oggi hanno fatto il pienone.
Francesco Bigiotti
Se per Michelini c’era un cedro da sistemare, Bigiotti invece è alle prese con un mandarino. Non il frutto è, sia chiaro. Ma proprio un mandarino cinese. Che sta tentando di stipare 65 milioni di suoi connazionali nella piazzetta di Civita di Bagnoregio.