17112024Headline:

Olio tunisino? No, grazie: meglio il nostro

Dopo l'apertura delle frontiere all'importazione parlano Pacifici (Coldiretti) e Pucci (Canino)

Il presidente Coldiretti Mauro Pacifici

Il presidente Coldiretti Mauro Pacifici

Olio extravergine di oliva. Si, ma di Tunisi, signora. Detta così sembra strana, la cosa. Ancor più in una provincia come quella viterbese, dove normalmente la latta che si ha in casa proviene al massimo da dieci chilometri. Ed invece no. Ai piani alti si è deciso di aprire il mercato agli importatori esteri (senza balzello doganale), e gli scenari futuri si preannunciano già come agghiaccianti. Pericolosi. Tanto in chiave prettamente economica, quanto sul profilo squisitamente salutare.
“La pratica parla da sola – attacca il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici – una vera schifezza. Da quando se ne è cominciato a vociferare ci siamo detti contrari. E se proprio non volete tutelare un patrimonio nazionale, riteniamo sia opportuno difendere almeno i confini europei. Ma nulla, non ci sono stati a sentire”.
Ok, ma cosa cambia da oggi in poi? “Non sono io a dare la notizia – prosegue – ma è noto che da campioni prelevati in cisterne, che hanno fatto giri strani, sono emersi odori tremendi e sapori impossibili. Assurdo”.
Già, quasi folle. Pare che si tenti una virata destinata ad ammazzare ciò che di buono la natura ci riserva. “Siamo una terra benedetta – aggiunge – sia l’Italia, che la Tuscia. Rimanendo sul locale, abbiamo due ‘dop’ fantastiche. Delle cooperative veramente professionali. Si fa fatica a capire quale è l’olio più buono, da quanti ce ne stanno”.
A naso, però, viene anche da considerare che da un disastro se ne potrebbe trarre beneficio. “Immagino che quel tipo di prodotti lì siano destinati principalmente alla grande distribuzione – chiude il presidente – Il consiglio quindi è semplice. Comprate solo dal frantoiano di fiducia. Chilometro zero o poco più. Rivolgervi a chi ci mette la faccia. Non vi fate ingannare dai ribassi da supermercato. Filiera corta. Se per l’olio della macchina si spendono 20 euro il litro, è illogico che per l’olio da cucina non si investano più di tre, quattro”.

Il sindaco di Canino Mauro Pucci

Il sindaco di Canino Mauro Pucci

E scendiamo nel dettaglio. A Canino, città per eccellenza dell’olio, che eco ha avuto la notizia? “Vivo nel settore da 40 anni – stavolta a parlare è il sindaco locale, Mauro Pucci – così si uccide l’agricoltura. Che pur sopravvive, nonostante intorno non ci sia rimasto più nulla”.
E se ne uscirà mai? “Puntiamo sulla qualità – chiude Pucci – che certo non ci manca. Le eccellenze resistono e resisteranno sempre, in fin dei conti. Poi, per stingere, il commento vero è uno solo, così non si può andare avanti. E il discorso vale per milioni di altre cose”.

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