21112024Headline:

Le fiere dell’inutile in centro? Ora basta

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoOgni sei mesi, cioè il 25 marzo e il 4 settembre, Viterbo resta paralizzata. Accade da tempo immemore, poiché si tratta di tradizioni radicate e alle quali in qualche modo tutti si sentono legati e pure affezionati. Si parla naturalmente della Fiera di Santa Rosa e di quella dell’Annunziata sulla cui utilità il cronista confessa sinceramente di non essere riuscito a trovare una sola persona che ne auspicasse la conferma. Ma questo è evidentemente un limite di chi scrive. E non  è nemmeno il caso il caso di ritornare sulla qualità delle mercanzie esposte: ognuno sceglie di acquistare cosa, quando e dove gli pare (anche se sarebbe assolutamente necessario dare un’indicazione generale sul tipo di ambulanti da ospitare). No, qui il problema è un altro e riguarda la necessità di impedire che l’intero centro storico resti ostaggio per una giornata, impedendo spostamenti, commissioni, appuntamenti, anche acquisti tanto più che quest’anno le contingenze astrali hanno fatto coincidere la fiera con la settimana pasquale.

Non è in discussione il mantenimento di una tradizione quanto il bisogno di adeguarsi ai tempi e alle necessità del terzo millennio. Se questa specie di rassegna era concepibile (e anche utile) fino a 20-30 anni fa, oggi non se ne ravvede più l’esigenza: centri commerciali, ipermercati, outlet per ogni tipologia commerciale sono aperti ogni giorno e fino a tardi, magari anche con prezzi e qualità superiori. Allora, se si vogliono conservare questi appuntamenti, basta semplicemente spostarli dall’interno delle mura e trasferirli altrove. La tradizione sarà rispettata, chi vorrà potrà fare lo shopping in fiera, ma la città e i viterbesi che non ne avranno voglia saranno liberi di chi continuare a vivere la loro vita senza alcun tipo di condizionamento. E’ così complicato? Che cosa impedisce all’amministrazione comunale di studiare una soluzione razionale che sia in grado di accontentare tutti? Come si dice in questi casi, serve soltanto la volontà politica e il coraggio di metter fine ad uno sconcio non più sopportabile.

E visto che ci siamo, sarebbe pure auspicabile trovare una soluzione per il mercato del sabato al Sacrario, un altro anacronismo che nega per l’intera mattinata l’uso del parcheggio e quindi limita fortemente la possibilità di arrivare in centro. S’era detto che si attendeva la scadenza delle convenzioni per provvedere ad una sorta di riforma, spostando gli ambulanti magari in via Marconi, con una limitazione anche al numero dei permessi concessi (così da fare anche in quel caso una selezione per elevare la qualità dell’offerta commerciale). Non se ne è saputo più nulla, ma il tema resta sempre di attualità poiché i disagi in questo caso non sono semestrali, ma settimanali. Bisogna intervenire al più presto perché una città che lentamente sta virando verso una vocazione sempre più turistica (come confermano anche i dati relativi alle presenze in questi giorni) non può permettersi più di rimanere ancorata a retaggi medievali che non hanno più ragione di essere.

Buona domenica e buona Pasqua.

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