Altra puntata della “telenovela Talete”. Stavolta se ne parla in commissione, convocata appunto per spiegare i dati del bilancio 2014 passati da una perdita di 4,3 milioni di euro (messa nero su bianco dal precedente consiglio di amministrazione guidato da Stefano Bonori) ai 21mila euro e spiccioli sanciti dal nuovo cda, guidato da Salvatore Parlato. Qualche settimana fa, l’assemblea dei soci della società di gestione idrica integrata della Tuscia (in verità, una parte…) aveva approvato il documento contabile praticamente all’unanimità con un paio di astensioni, compresa quella del sindaco di Viterbo Leonardo Michelini. E il primo cittadino e il presidente di Talete sono presenti per rispondere ai quesiti dei consiglieri che vertono soprattutto su un credito di 908mila euro riconosciuto dal Comune di Viterbo e inserito in bilancio come sopravvenienza attiva.
“Non c’è traccia nelle carte comunali – spiega Claudio Ubertini, capogruppo di Forza Italia a Palazzo dei priori – di atti della Giunta che vadano in questa direzione. E naturalmente di questo non s’è mai parlato né in commissione nè in Consiglio. Mi chiedo come sia possibile che una decisione di siffatta portata e per un importo tutt’altro che insignificante possa essere presa attraverso incontri personali del sindaco con la dirigenza dell’azienda. E mi chiedo anche chi mai se la sentirà di votare un simile provvedimento quando arriverà in aula, perché prima o poi questo passaggio dovrà avvenire. Mi sento solo di dire che questa vicenda finirà davanti alla Corte dei Conti…”.
Ma c’è un altro passaggio ancora più sorprendente per certi versi, perché l’amministrazione comunale da un lato riconosce questo debito, ma dall’altro chiede conto a Talete di un credito di 7 milioni di euro più Iva. Insomma, con una mano si dà e con l’altra si chiede. “Le cose stanno proprio così – continua Ubertini – perché siamo venuti a sapere che il 7 gennaio scorso è stato presentato un decreto ingiuntivo per un somma complessiva che supera gli 8 milioni di euro, comprensivi di Iva. Come se si volesse giustificare l’esborso dei 908mila con un introito che è tutto da verificare”. Non solo, ma Talete a fronte di questa richiesta ha tirato fuori un’altra cifra (pari a circa 3 milioni di euro) per lavori e manutenzioni di vario genere. La conseguenza è che ci sarebbe una differenza di circa 4 milioni di euro a favore delle case comunali.
“Anche di questo – aggiunge Claudio Ubertini – abbiamo chiesto conto a Michelini. E qui abbiamo saputo che sarebbero in corso trattative per rateizzare quella differenza in non so quanti anni. Ma a questo punto mi faccio una domanda: se davvero il Comune doveva dare a Talete 908mila euro e invece ne avanzava circa 7 milioni, non sarebbe stato più logico fare un decreto ingiuntivo per 6 milioni di euro circa?”. Visto che ci siamo, sia dia pure una risposta, consigliere… “La mia impressione è molto semplice: i 908mila euro servono per sanare il bilancio della società che altrimenti rischiava di dover dichiarare fallimento, sul resto si vedrà. Una decisione politica a danno dei cittadini. Ma continuo a chiedermi chi se la sentirà di votare la delibera quando sarà presentata in Consiglio comunale? Io sicuramente no, ma io faccio dell’opposizione e quindi è abbastanza scontato che non sia favorevole. Ma la maggioranza sarà compatta nel sostenere una scelta del genere? Vedremo…”.
Durante l’audizione, il presidente Parlato ha anche spiegato come sia stato possibile ridurre così drasticamente le perdite. Allora, i conti sono presto fatti: circa un milione e mezzo di euro deriva da una diversa valutazione delle spese sostenute per le manutenzioni, un milione tondo tondo da un contributo straordinario della Regione per i problemi della dearsenificazione (ma finora non si è visto un centesimo), poi c’è la somma dovuta dal Comune di Vterbo e altri 700mila euro derivano da maggiori incassi per l’aumento delle tariffe. In totale, appunto, circa 4,3 milioni di euro.