Per avere un’idea precisa di quanto sia importante una mostra, bastano i nomi degli artisti che vi espongono le loro opere. Laggiù, a valle Faul, in quel gioiello che è diventato l’ex mattatoio per il lungimirante intervento della Fondazione Carivit (a proposito, sta per cambiare nome: visto che la Cassa di risparmio non esiste più, si chiamerà semplicemente Fondazione Viterbo), c’è un patrimonio autentico. Di arte e di cultura: un secolo di dipinti, suddivisi per comodità del visitatore in cinque sezioni, che racchiude il meglio della produzione artistica italiana e non solo dal 1915 ai giorni nostri.
L’acrilico di Keith Haring, artista statunitense morto giovanissimo ad appena 32 anni, che riempie una parete intera, è quotato sul mercato un milione di euro tondi tondi. No, non è un errore: se volete comprarlo, ammesso che sia in vendita, bisogna firmare un assegno con 6 zeri e un 1 davanti. E poi, tanto per restare in tema, chissà quanto vale un delizioso nudo di donna di Amedeo Modigliani: poco più che uno schizzo, forme appena stilizzate che si fa quasi fatica a comprendere. Beh, in questo caso, anche un profano come il cronista comprende bene che per entrarne in possesso ci vorrebbe, probabilmente, un assegno con 6 zeri e con un numeretto davanti diverso dall’uno.
Ma questi sono solo due esempi di ciò che offre la rassegna pittorica “Tra Forma e Segno”, inaugurata ufficialmente ieri pomeriggio con un vernissage riservato alle autorità e da oggi aperta tutti i giorni al pubblico (escluso i lunedì non festivi) fino al 29 maggio con orario dalla 10 alle 19. In tutto 70 opere che fanno parte di due collezioni: quella di proprietà della Repubblica di San Marino (rappresentata nella circostanza dal direttore degli istituti culturali Paolo Rondelli) e l’altra che appartiene alla società Scudo Investimenti della Banca Cis (presente il direttore generale Arnaldo Antonini). La rassegna per la prima volta varca i confini della piccola repubblica del Titano grazie ad un’intuizione della curatrice Beatrice Buscaroli e all’organizzazione di Anonima Talenti, rapppresentata in loco dall’architetto Gianni Cesarini che ne ha curato l’allestimento.
“Il mio slogan in campagna elettorale – attacca il sindaco Leonardo Michelini – era ‘Viterbo impresa possibile’. D’accordo, le elezioni sono lontane ma quell’espressione mi sembra assai appropriata perché aver portato nella nostra città settanta opere di così tanto valore e di così primaria importanza nel panorama dell’arte contemporanea è un obiettivo tangibile che ci arricchisce tutti. Accanto ai nomi più prestigiosi, è importante segnalare anche la presenza di 6 artisti locali che qui, nella nostra terra, operano: è un’operazione che io definisco di ‘cultura a chilometro zero’ che accresce ancora di più il valore e il significato della rassegna”.
E la collaborazione con San Marino potrebbe non essere limitata a questo primo e pur prestigioso “prestito”. “Portare ricchezza nei territori attraverso l’arte – sottolinea il direttore Rondelli, un carriera diplomatica alle spalle e quindi uso a misurare bene le parole – è un’operazione nella quale il nostro Stato crede fermamente. La sinergia che comincia oggi potrebbe aumentare in futuro”. Musica per le orecchie del primo cittadino, sorridente e gongolante come non si vedeva da tempo, anche se la palma del più elegante va nella circostanza all’assessore Delli Iaconi che sfoggia un cravattino multicolore da passerella grandi firme.
L’altro ospite sammarinese, il direttore Antonini, che di mestiere fa il banchiere, va sul concreto. “La scelta di qualche anno fa di investire sul mercato, nemmeno tanto trasparente, dell’arte contemporanea si sia rivelando vincente. Ai nostri clienti abbiamo il dovere di dare risultati sotto forma di rendimenti. Puntando sulla qualità ci stiamo riuscendo. E’ inutile tenere chiusi nei magazzini o nei caveau le opere d’arte: vanno esposte e ammirate”. E questo crea un circolo virtuoso fra gli esperti e i conoscitori che, a sua volta, genera mercato. Quindi guadagni che, a loro volta, si trasformano in ulteriori investimenti. Funziona così: bisogna solo prenderne atto.
Il primo impatto è assolutamente positivo: la location è perfetta e la collocazione dei quadri azzeccata. Ce ne sono per tutti i gusti: da Rosai a Fontana, da Matta a De Chirico, da Schifano a Utrillo… Un caleidoscopio di idee, forme e colori che non si può descrivere in poche battute: la mostra va semplicemente visitata e ammirata. Con calma come merita qualunque opera d’arte.
Stamattina alle 10 si comincia: il biglietto di ingresso costa solo 5 euro, ma sono previsti sconti di vario genere e per diverse categorie.
Sono esposte opere di Achille Perilli, Afro, Agostino Bonalumi, Aldo Mondino, Alighiero Boetti, Amedeo Modigliani, Andrea Di Marco, Anton Zoran Music, Arturo Tosi, Bruno Cassinari, Carla Accardi, Carlo Carrà, Carmelo Cappello, Corrado Cagli, Emilio Vedova, Ennio Borlotti, Enrico Bay, Enrico Castellani, Enzo Cucchi, Franco Gentilini, Gastone Novelli, Gerardo Dottori, Giacomo Soffiantino, Gianni Dova, Giorgio de Chirico, Giorgio Griffa, Giuseppe Caporossi, Giuseppe Santomaso, Hans Hartung, Keith Haring, Luciano Bartolini, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Marcello Jori, Marina Busignani – Reffi, Mario Nigro, Mario Schifano, Mario Tozzi, Massimo Campigli, Maurice Utrillo, Mimmo Rotella, Ottone Rosai, Piero Dorazio, Piero Pizzi Cannella, Renato Birilli, Roberto Crippa, Roberto Floreali, Roberto Marcello Baldessari, Sandro Chia, Sebastian Matta, Tancredi Parmeggiani, Tino Stefanoni, Turi Simeti, Umberto Bonetti, Valentino Vago, Valerio Berruti. I sei artisti locali che espongono le loro realizzazioni sono Pasquale Altieri, Massimo De Giovanni, Davide Dormino, Jan Incoronato, Arialdo Miotti, Federico Paris, Sophie Savoie.