La tradizione gastronomica è cultura. Fatta di ricordi, emozioni, storie (oltre che di sapori, è ovvio) che vanno rivissuti e rivisitati. Ecco il senso della sesta edizione di “Degustando la Pasqua”, l’iniziativa di Confartigianato che ripropone anche quest’anno (da domani a domenica nella ex chiesa di Sant’Egidio al Corso) le pietanze tipiche della Pasqua viterbese, quelle appunto più strettamente legate al territorio. La novità dell’edizione 2016 è il coinvolgimento di cinque ristoranti che proporranno alcune ricette tradizionali e la partecipazione dell’associazione “Facciamo centro”. “Il programma approntato è di assoluto livello – spiega Andrea De Simone, direttore di Confartigianato – e permette di coniugare una serie di iniziative, che si tengono tutte nel salotto della città. Perché riteniamo che sia un luogo da valorizzare ulteriormente e non da penalizzare con politiche che nel corso degli anni hanno inciso in maniera negativa”.
Dopo l’inaugurazione, in programma domani alle 11, due giornate assai piene. Sabato alle 10 l’apertura al pubblico (l’ingresso è gratuito) con la partecipazione della Scuola alberghiera di Viterbo; a seguire il laboratorio didattico curato dall’Azienda agricola Cupidi con la partecipazione delle scuole elementari del capoluogo. Nel pomeriggio la presentazione curata da Stefano Asaro dell’olio “Mammamia”, prodotto dalle aziende che aderiscono alle rete di imprese “Concerto”; in serata, alle 19, l’enogastronomo Carlo Zucchetti si sofferma sul tema “L’Aleatico, un vitigno poliedrico”. Domenica a mezzogiorno la colazione di Pasqua, con la degustazione curata dal giornalista enogastronomico Stefano Polacchi; alle 15 il laboratorio creativo per bambini con Augusto Terenzi di Maninalto. Infine, alle 17,30, incontro socio-culturale sulla pizza di Pasqua con relativa dimostrazione con le donne di Bagnaia: il tutto curato dalla Pro loco bagnaiola.
“Quest’anno – aggiunge Angelo Proietti Palombi – va segnalata la partecipazione di cinque ristoranti, ognuno dei quali prepara un piatto particolare. Il Gargolo propone cotolette di abbacchio romano e carciofo romanesco fritto; l’Angoletto della Luce i ravioli di agnello al timo; Tredicigradi la coratella di agnello con carciofi romaneschi; Al Vecchio Orologio si potrà gustare la lasagnetta all’abbacchio romano e i carciofi romaneschi di Tarquinia; infine, Il Richiastro i capomazzi con le patate”.
Alla rassegna partecipano molte imprese della Tuscia: Azienda agricola Il Casaletto di Grotte Santo Stefano, Azienda agricola Il Circolo di Montefiascone, Azienda agricola Luna Laura di Tuscania (che proporrà anche i cosmetici realizzati con la bava di lumaca), Azienda agricola Pacchiarotti Antonella di Grotte di Castro, Caseificio Fratelli Pira di Ischia di Castro, Pasticceria Polozzi di Viterbo, Consorzio Freschi di Forno (composto dai panifici Artigianpan di Viterbo, Cavalloro di Bagnoregio, Oddo di Graffignano e Mari di Montefiascone), la Rete di imprese Concerto (le aziende agricole Boselli Alessandra di Bassano in Teverina, Cerrosughero di Laura De parri di Canino, Gisella ed Elena Ascenzi di Viterbo, Frantoio Antica Tuscia di Battaglini Andrea di Bolsena, Colli Etruschi di Blera). Intanto una piccola, squisita anteprima con colomba artigianale e pizza di Pasqua da divorare all’istante…
“Dentro un piatto – conclude Felice Arletti, ristoratore di Canepina e titolare de ‘Il calice e la stella’ – ci sono un prodotto, un territorio e tante emozioni. Siamo convinti che mangiare non sia solo alimentarsi, ma conoscere la storia e le peculiarità di un territorio: guardiamo al passato per un progetto futuro”. Sintesi perfetta.