Spaccati, l’un contro l’altro armati (si fa per dire…), sempre più divisi. L’immagine che il Partito democratico viterbese continua a dare è la rappresentazione plastica di che cosa non è un partito. Breve riassunto delle puntate precedenti. L’altra sera, movimentatissima riunione del gruppo consiliare. Volano parole grosse, gli scontri sono frequentissimi, le accuse reciproche pesanti, ma alla fine per quieto vivere si arriva ad una soluzione condivisa per eleggere il nuovo capogruppo al posto del dimissionario Serra: Quintarelli assume la guida, Fabbrini è il vice. Entrambi all’unanimità.
Dice: allora è tutto risolto. Manco per idea. Alla prima verifica in aula, il giorno seguente, ecco tornare fuori i vecchi rancori e le ormai sedimentate divisioni. C’è da votare l’anticipo di un punto all’ordine del giorno: riguarda l’avvio della procedura per l’esclusione di Moltoni, in debito col Comune di 80mila euro, frutto della sentenza di condanna per via della vicenda Cev. Uno sguardo alle presenze e alle assenze permette di capire meglio come sono andate le cose. Intanto, la proposta del pentastellato De Dominicis non passa: 14 contro 14. Mancano i dem Frittelli e il solito Troili e, fra la minoranza, Micci e Frontini. I 14 voti a favore della proposta derivano evidentemente dai 13 (fioroniani e civici vari) della fu maggioranza e dal voto dell’esponente Cinquestelle. E i contrari? Beh, sono 11 sono della minoranza e gli altri non possono che arrivare in soccorso dai diversamente democratici che, come avevano annunciato, si riservano il diritto di scegliere volta per volta. E stavolta la cosa non aggrada poiché quando la procedura di decadenza per Moltoni si completerà, al suo posto entrerà in Sala d’Ercole un altro civico di Oltre le Mura che pare vicinissimo al sindaco. Dunque una presenza a favore dei sostenitori senza se e senza ma dell’attuale amministrazione che sconvolgerebbe gli attuali precarissimi equilibri.
Ora, ognuno è libero di fare come gli pare, ma resta il problema di fondo della coerenza. I 7 hanno avuto per oltre due mesi la possibilità di dimettersi e di mandare a casa Michelini e non lo hanno fatto: il perché e il percome a questo punto non interessa più. Adesso però continuano costantemente a tenere sul filo del rasoio la vita della giunta: è davvero questo l’interesse della città e dei viterbesi? Delle due l’una: o si amministra davvero o si va a casa. Tertium non datur, a meno che si voglia proseguire con la melassa di ricatti, sgambetti, sotterfugi e via dicendo. Vien da chiedersi cosa succederà quando, prima o poi, arriveranno in aula provvedimenti ben più importanti come il bilancio, gli aggiustamenti…
A proposito, suscita non poche perplessità la posizione del consigliere Troili, assente da mesi dall’aula del Consiglio e protagonista del gesto simbolico di bruciare una poltrona nel focarone della sua Bagnaia. Giustifica la sua assenza con problemi di salute. Innanzitutto auguri, ma anche una domanda: come mai invece partecipa attivamente alle riunioni del gruppo, proponendo egli stesso l’elezione di Quintarelli? Non sarebbe stato logico, vista la posizione assunta e portata avanti, non presenziare anche a quella? Questione di coerenza…
Buona domenica.