È una bella rogna. Dover aspettare, se va bene, il 30 marzo per rivedere la Viterbese giocare è una rogna. Quest’anno la squadra di Nofri crea dipendenza, e non solo perché da lassù si sta giocando una posta importante (anche l’anno scorso è stata a lungo in lizza per il campionato), ma perché anche quando non è poi così bella da vedere, sa essere concreta e vincente, come accaduto a Trastevere.
A poco, infatti, è valso il tentativo dell’amico Sergio Pirozzi e della sua squadra di fermare l’avanzata gialloblu. Una zuccata di Pacciardi, tanta sofferenza, poco spettacolo e via, vantaggio ad almeno più 4 sul Rieti (che domenica giocherà il recupero col Muravera) mantenuto. Questo contava e questo è stato. E va dato atto ancora una volta a mister Nofri di aver azzeccato la mossa giusta, quella che nessuno si sarebbe aspettato, cioè la sostituzione di uno stanchissimo Fe’ proprio con Pacciardi, il cui gol ha risolto la gara in favore dei gialloblu. E anche se ancora non si è raggiunto niente per cui valga la pena festeggiare, sognare è lecito.
Ora c’è una lunga sosta, prima per il trofeo di Viareggio (dove si sta impegnando il nostro portierino-gioiello Roberto Pini) e poi per Pasqua. Stop forzato che per la Viterbese ha i suoi pro e i suoi contro: da un lato, non giocare per qualche domenica sarà utile per tirare il fiato a qualche elemento della squadra più utilizzato dal tecnico gialloblu. Dall’altro, invece, c’è il rischio di un calo di tensione e di concentrazione. Dovranno essere bravi i gialloblu, che sono un gruppo solido e di ragazzi seri, a non distrarsi troppo e a limitarsi con colomba e pizza di Pasqua.
Il campionato riprenderà direttamente il 30 marzo (sempre che non slitti addirittura al 6 aprile) nella delicata gara contro il Rieti. Una delle sette finali che mancano prima che il campionato emetta i suoi verdetti. Una gara che ha un significato particolare, più importante persino di quella vinta col Grosseto, e che la Viterbese non potrà fallire.