Dice: la mostra giù a valle Faul ha fatto 250 presenze, il giorno di Pasquetta. Tante o poche? Dipende. Innanzitutto dipende dal fattore relatività. E cioè: Viterbopost è entrato all’ex mattatoio alle 16 circa, e il tipo della reception ha giurato che fino a quel momento il numero dei visitatori era fermo a 70. Ciò significa che usciti noi sono arrivati tre autobus. Fico. Ma procediamo. Anzi, approfondiamo. Chiediamolo ad Italo Leali se quei numeri possono risultare soddisfacenti. In fin dei conti là dentro si doveva fare il suo Tuscia in jazz. Che però, chissà come mai, si è trasferito a Castiglione in Teverina.
Buondì, direttore.
“Un saluto a voi”.
Com’è la novella mostra viterbese?
“Bellissima, ci sono andato. Stupenda”.
E le 250 presunte presenze come vanno lette?
“Come una disfatta epica”.
Perché?
“Una mostra che costa 40mila euro può fare lo stesso numero dei pranzi che ho fatto io a Castiglione?”.
In effetti.
“E da noi si pagava 30 euro, non 3 e 5”.
Ri-in effetti.
“Se volete le cifre di Castiglione ve le dò tutte”.
Si, grazie. Però prima vorremmo capire perché vi siete trasferiti.
“Semplice. Perché il Comune ci deve 14mila euro”.
Cioè?
“Cominciamo: Barelli e Delli Iaconi ci hanno promesso 6500 euro nel settembre 2014”.
Ok, sarebbero quella famosa serie di concerti a Bagnaia.
“Si, mi ci chiamarono a ferragosto. Progetto da 15mila euro”.
Poi?
“Diventarono 13mila”.
Poi?
“La provincia ha pagato i suoi 6500. Il Comune solo 3500. E ho dovuto far da paciere fra Troili e Delli Iaconi che momenti si scannano; che al primo, se liquidavano a me, non gli ci rimaneva niente per la festa della Torre”.
Meglio non rivangare il passato. Eravamo fermi a 3000, avanti.
“Altri 10mila ci mancano della scorsa Pasqua”.
Yes, abbiamo ben presente la conferenza stampa di presentazione. Gli ultimi mille?
“Quelli invece ce li deve Marco Ciorba. Per il gospel natalizio”.
Tombola. Ma almeno, prima di andarvene, li avete chiamati?
“Quaranta volte. Ma lorsignori non rispondono al telefono”.
Ottimo. E così il Tuscia in jazz migrò.
“E mai più faremo cose a Viterbo. Se non con la Fondazione Carivit. Seri, precisi. Dei signori”.
Pensate di recuperarli in qualche modo ‘sti soldi?
“A sentirli ci dicono che non ci sono. Poi però spendono 100mila euro per due mostre”.
Con risultati altalenanti.
“Questa andrà un pochino meglio. Quella natalizia un pianto. Per dire, al Cubo festival con un quadro abbiamo fatto 2500 presenze”.
Sempre loro, però, spiegano che è un problema di comunicazione.
“Grazie, quando non la sai fare…”.
Più che altro parlano di ulteriore spesa.
“Occorre saper spendere, certo. Io per la comunicazione di Castiglione ho tirato fuori appena 1000 euro”.
Ed eccoci, quindi. Come è andata?
“Con 18mila euro abbiamo servito 600 pasti. Più di 2000 invece gli spettatori. Stessa cifra gli ingressi al museo del vino. 1300 le degustazioni. Più di 500 i pernotti”.
Che poi, da definizione, turista è colui il quale dorme fuori almeno una notte.
“Appunto”.
E il sindaco di Castiglione quando vi pagherà?
“Prima di iniziare avevamo già i soldi sul conto”.
Ah, ecco.
“Non solo, l’assessore è stato al mio fianco 96 ore consecutive”.
Un po’ come a Viterbo, insomma.
“Sì, agli Almadiani ho dovuto pagare al Comune una certificazione per un impianto elettrico di loro proprietà. E mi hanno tolto 130 euro dalla caparra per due fogli di carta rimasti a terra”.
Torniamo ai dati, che forse è meglio: pasquetta?
“A pranzo 270 coperti, 500 ai concerti, 750 a sorseggiare vino, 1000 al museo. Il 70-80% di questi proveniente da fuori provincia. Più i ragazzi iscritti ai corsi, che vengono da tutto il mondo”.
E non finisce qui, diceva Corrado.
“Il 25, sempre a Castiglione, c’è Robert Glasper”.
Per quanti non lo sapessero, è abbastanza più bravo dei Dear Jack.
“Poi si va a dirigere La Spezia, e in estate di nuovo qua a Bagnoregio”.
Bene. Anzi, male. E in bocca al lupo per i buffi.
“Crepi. E grazie a tutta Castiglione. Banda, Pro Loco, comitato gemellaggi e festeggiamenti, Mirko Luzzi e Emiliano Corsi per il Comune. E naturalmente al mio staff, con Mirko in pole. Gente seria, che si rimbocca le maniche. Lavorare con loro è sempre un piacere”.