La Regione Lazio, in toto, aderisce alla prevenzione primaria del melanoma, il più aggressivo e temuto tumore della pelle. E questa sì, è veramente una buona notizia (una volta tanto). Quella brutta invece è che Viterbo non parteciperà. Ma andiamo avanti.
Come funziona questa operazione? Con l’informazione, innanzitutto. Le scuole elementari sono infatti state scelte per ospitare la sesta tappa del progetto educazionale “Il Sole per amico”. Una campagna promossa da Imi (Intergruppo melanoma italiano), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e con il patrocinio del Ministero della Salute, dell’Associazione italiana di oncologia medica – Aiom e della Regione Lazio.
Dettagli. “La campagna nasce per risvegliare e far crescere l’attenzione dell’opinione pubblica sul melanoma e sui rischi legati ad una non corretta esposizione – spiega Paola Queirolo, presidente Imi – per la prima volta i protagonisti saranno i ragazzi delle elementari e i loro genitori. L’obiettivo è insegnare loro il modo giusto di prendere il sole e di proteggere la pelle, attraverso incontri con i dermatologi e gli oncologi che entrano nelle classi. E attraverso un cartoon con protagonista il simpatico alieno Rey”.
“Il Sole per amico” perciò è senza ombra di dubbio una bella occasione di crescita della sensibilità diffusa verso il problema, e di sinergia tra insegnanti e medici al fine di educare i giovani. L’incidenza del melanoma è più che raddoppiata negli ultimi 30 anni. Nello Stivale sono oltre 100.000 le persone colpite e oltre 10.000 i nuovi casi ogni anno. I bambini sono la fascia di popolazione più a rischio. Ed era giusto muoversi, stringendo.
La campagna parte a marzo, e cosa prevede? “Incontri educazionali presso gli Istituti aderenti tenuti da medici specialisti – ancora loro – Attività in classe sostenute dai docenti con il supporto di risorse cartacee e multimediali. Due concorsi sui temi della campagna che metteranno in competizione le scuole coinvolte”.
E questo è quanto. Anzi, torniamo all’incipit: Viterbo che ne pensa? Niente, logico. La città dorme. Fortuna però che la Tuscia propone comunque tre portabandiera provinciali: Vignanello, Vallerano e Canepina. Riunite sotto lo stesso marchio: l’Istituto comprensivo “Falcone e Borsellino”. Tutti gli altri, compreso il capoluogo, sono assenti. Quindi i bambini devono imparare da soli a proteggersi dal sole.