“Inizieremo la mobilitazione indicendo assemblee con i pensionati di tutta la provincia per informarli di come il Parlamento stia calpestando il voto popolare e di quanto sia concreto il rischio di un salasso per l’aumento delle bollette idriche”. Miranda Perinelli, segretaria dello Spi di Viterbo-Civitavecchia-Roma Nord, promette battaglia dopo che in commissione Ambiente alla Camera dei deputati sono spuntati due emendamenti – uno a firma di Enrico Borghi e l’altro Piergiorgio Carrescia, entrambi deputati Pd – che chiedono di sopprimere l’articolo 6 del disegno di legge di iniziativa popolare sull’acqua pubblica, presentato nel 2007 dai movimenti. L’articolo 6 è il più significativo del ddl perché prescrive l’affidamento del servizio idrico solo a enti di diritto pubblico pienamente controllati dallo Stato (niente Spa pubblico-privato), dando agli enti un anno per adeguarsi. Abolendolo, si apre al mercato la gestione dell’acqua pubblica.
“La Cgil – ricorda Perinelli – ribadisce la scelta compiuta a sostegno e promozione del referendum per l’acqua pubblica quale diritto universale inalienabile. L’acqua è un bene comune fondamentale la cui gestione deve essere sottratta alle logiche di mercato. Invece, i due emendamenti proposti così come la scelta del cda di Talete di cercare partner privati vanno contro l’esito referendario”. “Riteniamo che per accogliere appieno non solo il risultato giuridico ma anche e soprattutto il valore politico-culturale dell’esito referendario, sia necessaria – aggiunge – una legge di recepimento di quell’espressione popolare e non modifiche che ne snaturano la sostanza. Per questo, se in Parlamento non verrà fatto un passo indietro, siamo pronti a contrastare l’approvazione del ddl così modificato con tutti i mezzi a nostra disposizione”.
“Chiediamo a tutti i parlamentari, in maniera netta e chiara, un esplicito impegno – conclude Perinelli – al rispetto della volontà popolare espressa al referendum del 12-13 giugno 2011, dove oltre 27 milioni di elettori hanno detto Sì per l’acqua bene pubblico”.
Infine, Perinelli ricorda che nel Lazio vige la legge n.5 del 2014 che stabiliva la ripubblicazione dell’acqua e l’individuazione di nuove e più aree di bacini idrografici? “Che fine ha fatto? Perché – si chiede – questo silenzio dei consiglieri regionali viterbesi sempre solerti e attenti ad intervenire su ogni tema e non su questo argomento? La norma va rispettata, i cittadini si sentono presi in giro da tale comportamento, ne va della credibilità di chi oggi governa la Regione Lazio”.