Cosa ci si deve aspettare da un parlamentare o da chiunque occupi una posizione pubblica? Crediamo che ci si debba aspettare, almeno, un minimo di onestà intellettuale e di non essere dei demagoghi; qualità che l’onorevole Mazzoli evidentemente non possiede, quando vuole sostenere la bontà dell’operato suo e dei suoi compagni di partito, nell’emendare la proposta di legge sulla gestione idrica a seguito dei referendum.
Si agisce come se il decreto “sblocca Italia” o quello sui servizi pubblici locali del progetto Madia, sostenuti e votati da Mazzoli, non prevedessero, come invece prevedono, prima (e quasi unica) scelta la privatizzazione, anche con il “ricatto” nei confronti degli enti locali qualora si azzardassero a rispettare la volontà degli elettori. A questo, pur di arrivare alla privatizzazione, si aggiunge persino il disconoscimento di proprie leggi (la numero 5 del 2014): è il caso della Regione Lazio a guida PD, così come è il caso di Mazzoli che prima sottoscrive la proposta di legge popolare e poi la emenda in senso opposto. Ecco perché molti si affannano nel vano tentativo di spiegare che l’acqua rimane sempre pubblica: tutti sanno che non era oggetto del referendum la proprietà, ma la sua gestione. Far finta di non sapere è peggio che confessare le proprie intenzioni.
Ancora: la remunerazione del capitale, cancellata dal referendum, viene reintrodotta dal decreto Madia addirittura con le stesse parole: massimo sberleffo e disprezzo per gli elettori. Sembra a Mazzoli che i provvedimenti, cui ci si deve adeguare, provengano da Marte o da qualche divinità incontestabile invece che essere il frutto del governo del PD in preparazione della “soluzione finale” e gli sembra cosa buona affidare un bene comune al controllo di una autorità governativa che garantisce solo le imprese.
Tralasciamo la presunta spesa di miliardi di euro per la ripubblicizzazione, come se queste somme non le pagassero già i cittadini sulla tariffa, e ricordiamo al deputato Mazzoli che la solidarietà e l’equità si realizzano solo con l’intervento della fiscalità generale e che questa è sempre pagata dai cittadini: il PD non regala e non fa risparmiare nulla. Se il PD, i suoi parlamentari e i suoi amministratori, complici gli iscritti, hanno deciso di essere al servizio delle lobby, della finanza, della speculazione sui beni e servizi pubblici lo dichiarino apertamente e non si nascondano dietro deboli paraventi. E’ una questione di onestà.
Francesco Lombardi
Referente provincia Viterbo
Coordinamento Regione Lazio-Acqua pubblica