Incontro a Roma tra organizzazioni sindacali e la proprietà S. Raffaele in merito alla procedura di mobilità avviata in data 25 maggio 2015, in scadenza il 9 febbraio, cioè martedì prossimo. Il S. Raffaele ha comunicato ai sindacati presenti al tavolo che non esistono le condizioni per interrompere la procedura di licenziamento collettivo che coinvolgerà 1187 unità (numero pari ai lavoratori complessivamente impiegati in tutte le strutture appartenenti al gruppo) e circa 1500 posti letto. La proprietà ha spiegato che nonostante l’istituzione di un tavolo di lavoro e numerosi incontri, ad oggi non si è arrivati a nessuna soluzione, gli innumerevoli problemi che hanno portato il S. Raffaele a dichiarare lo stato di crisi, in particolare il mancato pagamento di prestazioni già erogate dalla società per diversi milioni di euro non hanno trovato nessuna risposta da parte della Regione Lazio.
L’interesse dei sindacati è ovviamente che si trovi al più presto una soluzione affinché non venga perso nessun posto di lavoro e che le prestazioni socio sanitarie continuino ad essere erogate ai cittadini in modo regolare. Le organizzazioni territoriali inoltre hanno una preoccupazione in più, la procedura di licenziamento collettivo prevede che laddove venisse scongiurata la cessazione di ogni attività presso tutte le strutture sanitarie, la riduzione del personale si imporrebbe comunque all’interno del Centro di Riabilitazione Villa Buon Respiro per i lavoratori inquadrati nei profili professionali di operatori socio-sanitari, assistenti socio-sanitari ed ausiliari.
“Ovviamente – sottolineano Antonella Ambrosini, segretaria del Fp Cgil, e Antonella Tamantini delle Rsa di Villa Buon Respiro – questo per noi è inaccettabile e quindi se la Regione e il S. Raffaele trovano un accordo che scongiura questo disastro, l’accordo deve comprendere che non ci sia nessun licenziamento anche a Villa Buon Respiro. Questo è ciò che la Cgil provinciale porterà al tavolo congiunto tra sindacati, S. Raffaele e Regione Lazio, tavolo richiesto con urgenza dalle organizzazioni sindacali”.