In un periodo lontano della mia giovinezza, quando ancora fumare era uno “status symbol” di maturità ricordo che fra amici c’era l’abitudine di conservare le cicche per poi “ricostruire” nuove sigarette. Allo scopo esistevano diverse macchinette, a forma di siringa, con apposite cartine tubolari con tanto di filtrino di carta. In momenti di magra estrema, addirittura si andava in giro a raccattar mozziconi per strada. Allora la quasi totalità delle sigarette erano senza filtro: Sax, Nazionali, Esportazione, Stop, Alfa per non parlare delle esotiche Gaulois e Caporal o le Camel e le Philip Morris, etc. Poi, con la scusa della “salute” vennero introdotte le sigarette munite di filtro in fibre sintetiche e da lì iniziò il vero problema per l’ambiente. Infatti se le cicche senza filtro potevano “fondersi” nella terra senza problemi non funziona così con i micidiali filtri che durano secoli e massimamente vanno a finire negli scoli e nei fiumi ed infine al mare. Molte cicche comunque restano anche nelle strade e non essendoci più un servizio di nettezza urbana capillare, lì restano ab aeternum.
La cosa mi ha sempre infastidito, infatti a Treia vado spesso in giro a raccattar cicche, non più per fumarmele come quando ero ancora un ragazzino, bensì per depositarle negli appositi contenitori di rifiuti indifferenziati. Ma le cose stanno cambiando, i nostri governi, non paghi di guadagnare con la vendita del tabacco in forma di monopolio, adesso si sono inventati la “tassa sui mozziconi”, chi li getta per terra sarà soggetto a pesanti sanzioni pecuniare I fumatori che finora si sono liberati dei mozziconi, con gesti plateali, magari lanciandole dal finestrino della macchina, dal 2 febbraio 2016 non possono più farlo, se non vogliono rischiare una multa, che può andare dai 30 ai 300 euro. Infatti è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il ddl sulla Green Economy (la legge 28 dicembre 2015 n. 221, pubblicata in GU il 18 gennaio 2016), che prevede il divieto di gettare, “sul suolo, nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi” sia i mozziconi di sigarette, che i fazzoletti di carta, gli scontrini e anche le famigerate gomme da masticare. Una vera e propria guerra contro l’usa e getta. Non contro la produzione, s’intende, ma contro il disfarsi sommario dei beni di consumo usati.
Saranno i Comuni che dovranno “installare nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale, appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo”. I produttori e il Ministero dell’Ambiente dovranno attuare campagne di informazione per“sensibilizzare i consumatori sulle conseguenze nocive per l’ambiente derivanti dall’abbandono dei mozziconi”. Eh già, perché finora siamo stati sommersi dalle ”cicche” spente (o magari ancora accese), gettate dappertutto, persino sulle spiagge e pochi sono al corrente del danno ambientale che hanno provocato….
Ecco alcuni dati:
- I fumatori nel mondo sono 1,5 miliardi e i loro “scarti” sono inquinanti e pericolosi, per l’ambiente e per la salute, quanto i rifiuti industriali
- Secondo l’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), i resti dei prodotti da fumo, nel solo Mediterraneo, rappresentano il 40% dei rifiuti
- I 72 miliardi di cicche, annualmente abbandonate dai fumatori italiani, hanno immesso, , ogni 12 mesi, nell’ambiente: 324 tonnellate di nicotina, 1872 milioni di Bq (Becquerel, l’unità di misura delle sostanze radioattive) di polonio-210, 1800 tonnellate di composti organici volatili, 21,6 tonnellate di gas tossici, 1440 tonnellate di catrame e condensato, 12240 tonnellate di acetato di cellulosa (la componente dei filtri).
Il 50 per cento delle multe incassate dai Comuni resterà nelle loro casse, mentre il resto andrà a costituire un Fondo che provvederà ad installare i raccoglitori e finanzierà le attività di sensibilizzazione. (Fonte notizie tecniche: Accademia Kronos)
Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano