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“Sull’acqua si gioca una partita decisiva”

Silvia Blasi (M5S) chiede che si discuta subito della definizione dei bacini idrografici

Silvia Blasi, consigliera regionale del Movimento 5Stelle

Silvia Blasi, consigliera regionale del Movimento 5Stelle

“La questione dell’acqua è decisiva: per gli aspetti economici, sociali e anche politici e istituzionali”. A parlare è Silvia Blasi, consigliere regionale del Movimento Cinquestelle, che sul tema della gestione idrica nella Tuscia e, più in generale nell’intero Lazio, ha da sempre un’attenzione particolare.

Ma perché è così importante e cruciale la questione in un panorama che pure presenta parecchie e diffuse criticità? “Per una serie di ragioni – spiega l’esponente pentastellata – . Innanzitutto c’è una legge approvata all’unanimità da tutte le forze presenti in consiglio regionale: una legge finora largamente disattesa nei suoi effetti pratici. A mio parere, i partiti la approvarono solo per evitare il referendum popolare…”. Ma non è semplicemente questo passaggio a preoccupare la consigliera tarquiniese. “No, questo è solo un aspetto della vicenda, anche se fra i più importanti perché denota un preciso disegno da parte della maggioranza di non tenere conto di quanto espresso liberamente dai cittadini con quella legge di iniziativa popolare”. Scendendo nel concreto, un aspetto importante riguarda il mancato intervento per disegnare i cosiddetti ambiti geografici in cui dovrà essere suddiviso il territorio laziale. “Allora – interviene la Blasi – sono passati dal momento dell’approvazione più di 18 mesi e ancora non se ne parla proprio di arrivare alla discussione. Perché? Non lo so, ma posso provare ad immaginarlo”. Immagini, pure, consigliere…”La questione è delicata perché dalla decisioni che si prenderanno, dipenderanno i futuri assetti dei gestori chiamati ad amministrare il ‘bene acqua’. Voglio dire semplicemente che se non si terrà conto (come noi da sempre sosteniamo) della particolare conformazione del suolo e dei corsi d’acqua che lo attraversano, si combineranno solo guai per i cittadini. Attualmente il Lazio è diviso in 5 Ato, uno per provincia. Che cosa abbia in testa la maggioranza non è dato sapere: il mio personale timore (e non solo mio) è che si vada verso una suddivisione che alla resa dei conti favorirà soltanto dei privati”. Sta pensando per caso ad Acea? “Sarà pure un caso, ma la multinazionale oltre a Roma si è praticamente inglobata la gestione di Frosinone senza che Zingaretti e la sua maggioranza abbiano battuto ciglio”. Il pensiero cattivo è che la medesima strada venga seguita anche per le altre province laziali, compresa naturalmente la Tuscia…

Il presidente Zingaretti con l'assessore Refrigeri

Il presidente Zingaretti con l’assessore Refrigeri

A proposito di Viterbo e dell’intero territorio provinciale, resta aperta la questione Talete. “Vedo – commenta Silvia Blasi – che il bilancio sarebbe stato rimesso a posto con una serie di interventi contabili, compreso l’inglobamento di un milione di euro appartenente ai 15 destinati dalla Regione alla manutenzione dei dearsenificatori. A proposito, di questo ho personalmente contestato all’assessore Refrigeri un comportamento quanto meno contraddittorio: da un lato si impone ai comuni che non sono entrati in Talete di cedere il servizio idrico alla società, dall’altro si tergiversa ancora sulla definizione dei bacini idrografici. Si definiscano prima questi e poi si potrà parlare anche della gestione. E peraltro le minacce della Regione qualche effetto lo stanno avendo, visto che da quel che mi risulta, 4-5 comuni stanno per acquisire le quote e quindi entrare a farvi parte ufficialmente”.

La sintesi di tutti questi discorsi qual è consigliera Blasi? “Che non si tiene conto della volontà popolare, che si va verso una sostanziale privatizzazione di un bene pubblico per eccellenza come l’acqua (che è poi la volontà di Renzi), che si avanti con le minacce invece di confrontarsi democraticamente con le amministrazioni, che non si dà la possibilità ai cittadini di controllare la gestione come invece accadrebbe se fossero i comuni ad occuparsi direttamente del servizio, invece di tenere in piedi carrozzoni come Talete”.

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