Talune dichiarazioni uscite sulla stampa in materia di unioni civili, hanno qualcosa di sconcertante, di triste perché dette da un ministro della Repubblica che dovrebbe avere la capacità lungimirante di guardare oltre gli schemi e gli stereotipi, per il bene del nostro Paese. La legge Cirinnà, così come modificata dal maxiemendamento del Governo sul quale il Senato voterà la fiducia, è una buona legge, e soprattutto, è la prima legge di cui l’Italia si dota per riconoscere le unioni, diverse dal matrimonio, omo e eterosessuali.
È una legge peggiorata rispetto alla versione originale, perché l’articolo 5, ossia quello che avrebbe previsto la possibilità di riconoscimento della omogenitorialità, viene stralciato lasciando ancora una volta la decisione al giudice. Le famiglie eterosessuali non suggellate dal matrimonio e quelle omosessuali, esistono ed affrontano la vita di tutti i giorni anche senza una legge che le riconosca. E in quelle famiglie sono presenti figli e figlie che, semplicemente, vivono una realtà affettiva familiare uguale a quella dei loro coetanei. Non volerlo riconoscere non fa di loro, per fortuna, dei fantasmi. Esistono e reclamano il diritto ad una continuità affettiva garantita, all’interno della loro famiglia. Si lavori, quindi, fin da subito alla modifica della legge sulle adozioni.
Alessandra Terrosi
Deputato del Pd