17112024Headline:

Soci privati in Talete? Iniziano le proteste

Prc e Noi non ce la beviamo protestano. Caprarola premiata per il servizio idrico

Luigi Telli (Rifondazione comunista)

Luigi Telli (Rifondazione comunista)

La proposta approvata dall’assemblea dei soci della Talete (unico astenuto il sindaco di Vignanello, Vincenzo Grasselli) di dare mandato al consiglio di amministrazione per cominciare a verificare la possibilità di trovare soci privati per l’azienda, comincia a provocare prese di posizione forti e, almeno per ora, tutte improntate ad una forte contrarietà.

rifondazione luigi telli

“Nella nostra Provincia, come in tutto il Paese – attacca Luigi Telli, segretario di Rifondazione comunista – si continua a violentare la volontà dei cittadini che, nella stragrande maggioranza, hanno indicato che l’acqua è un bene comune che non va privatizzato. Le gravi scelte del cda della Talete, ormai in linea con il pensiero liberista degli ultimi governi, proseguono invece nella privatizzazione della gestione dell’acqua. Gli interventi speculativi dei ‘prossimi soci privati’, ed il servilismo delle destre politiche che governano nei nostri territori, calpestano la volontà dei cittadini ignorando ormai ogni regola democratica. Per fare fronte alla crisi del loro sistema continuano a colpire i diritti, i bisogni della popolazione e le garanzie costituzionali”.

“Siamo in presenza – sotttolinea Telli – di un regime che annulla una indicazione referendaria e che sta cancellando ogni rappresentanza democratica eletta proporzionalmente dai cittadini, che attacca la Costituzione, che piega le nostre Istituzioni a forme autoritarie di gestione del potere per attaccare i diritti conquistati con decenni di lotte. Il Partito della Rifondazione Comunista fa appello a tutte le forze della sinistra, ai Movimenti ed ai cittadini affinchè si manifesti con tutte le iniziative possibili il nostro dissenso e l’opposizione a questo disegno antidemocratico”.

Francesco Lombardi, del Comitato acqua pubblica

Francesco Lombardi, del Coordinamento acqua pubblica

“Come previsto – aggiunge Francesco Lombardi del  Coordinamento regionale Lazio acqua pubblica e Comitato Non ce la beviamo –  è iniziato il processo di privatizzazione del servizio idrico nel Viterbese. Venerdì scorso è caduto il velo di ipocrisia che finora ha avvolto i sindaci falsi difensori del bene pubblico, argomento da molti usato per le campagne elettorali. È emersa la realtà di una politica asservita ai bisogni e alle richieste della speculazione e degli amici del profitto che, evidentemente, contano più dei bisogni e della volontà dei cittadini. I sindaci soci della Talete hanno demandato al cda della stessa la ricerca di un socio privato da immettere nella società con quota indefinita (scommettiamo Acea?)”. “Come emerge chiaramente – spiega Lombardi – la regia di queste operazioni è attribuibile al Pd nazionale, regionale e locale con una forza persuasiva e con manovre di spostamenti e disponibilità di soldi pubblici per garantire il successo di queste operazioni, consentendo alla società Talete la riformulazione di bilanci che creano più dubbi di quanti ne dissolvano. Tutto questo accade nelle stesse ore in cui ben 77 sindaci della provincia di Frosinone manifestano con atti concreti la volontà di uscire dalla società Acea – concessionaria da anni del servizio – per ripetute violazioni contrattuali e di servizio, esattamente come la Talete si comporta a Viterbo con distacchi, acqua non potabile, bollette gonfiate o errate, ecc”. “Non si ha notizia – è la conclusione – di cosa pensino riguardo l’argomento, le centinaia di consiglieri comunali – di qualsiasi schieramento –  anch’essi eletti dal famoso popolo. I cittadini viterbesi saranno disposti a regalare questo bene pubblico agli affaristi e a pagare bollette più salate?”.

Intanto, il Comitato Non ce la beviamo sottolinea che oggi alle 9,30 si riunisce la I Commissione consiliare per eleggere il presidente e il vice presidente. Il primo punto dell’ordine del giorno, qualora davvero si riesce a raggiungere il numero legale e quindi a cominciare la discussione, riguarda l’ammissibilità del referendum consultivo sull’acqua indetto dallo stesso Comitato: tale referendum ha avuto l’appoggio e le firme di oltre 3400 cittadini di Viterbo. “Sarebbe molto grave eludere questa richiesta – scandisce Noi non ce la beviamo -. Se non dovesse essere affrontata la questione, ciò sarebbe un chiaro indice dei politici viterbesi di predeterminare il destino del servizio idrico verso la privatizzazione. La gestione dell’acqua non è stata mai compromessa da decisioni che tengono conto della volontà popolare, anche se la maggioranza di questo comune, con ipocrisia, ha fatto finta di sostenere la volontà manifesta dei cittadini”.  “Nel caso di una mancata decisione o di una decisione negativa sull’ammissibilità del referendum per la gestione dell’acqua nel Comune di Viterbo, da parte della I Commissione – concludono – il Comitato Non ce la beviamo sarà presente per protestare, insieme alla popolazione, per questo grave atto antidemocratico che dimostrerebbe lo scarsissimo rispetto nei confronti dei viterbesi”.

Il convegno dellUniversità di Pavia

Il convegno dell’Università di Pavia

Va però segnalato che sul tema acqua, nella Tuscia ci sono situazioni da sottolineare con forza: Caprarola, in questo settore, è un esempio di buona pratica amministrativa in tema di gestione delle acque potabili. Il sindaco Eugenio Stelliferi e l’assessore Roberto Ricci hanno infatti partecipato al convegno “I piani di sicurezza dell’acqua per la gestione del rischio: esperienze di applicazione nei sistemi idropotabili” svoltosi a Mortara, in provincia di Pavia, e organizzato dalle Università di Brescia e di Pavia, leader in Italia su questo specifico tema grazie all’attività dei Gruppi di ricerca di ingegneria sanitaria ambientale. In tale occasione, di fronte a una platea di esperti, ricercatori, gestori di servizi idrici e amministratori di tutta Italia, è stato elogiato il sistema idrico del Comune di Caprarola.

Per Caprarola, inoltre, la partecipazione al convegno in terra lombarda si è tenuta a pochi giorni dalla sottoscrizione di un protocollo sull’approvvigionamento idrico firmato tra la Ausl di Viterbo e i Comuni del Lago di Vico. “La partecipazione all’importante convegno di Mortara – dichiara il sindaco Stelliferi – dimostra che le politiche ambientali che il Comune di Caprarola ha messo in campo vengono elogiate e indicate come esempio da seguire a livello nazionale. Si tratta di un grande risultato per il nostro paese, che tuttavia ci rende ancor più consapevoli che bisogna impegnarsi a fondo per mantenere questi livelli, a partire dal monitoraggio costante dell’ambiente. L’impegno di questa amministrazione nella tutela del territorio e nel garantire buone pratiche di gestione di un bene indispensabile come l’acqua non verrà mai meno”.

Il tema principale del convegno riguardava il Piano di sicurezza dell’acqua (Psa) o Water safety plan (Wsp), delineato come metodo innovativo per garantire la sicurezza dell’acqua nei sistemi di approvvigionamento idrici. Tale approccio si basa sulla valutazione e gestione del rischio di contaminazione dell’acqua in tutte le fasi della filiera idrica, dalla captazione al punto di consumo; l’obiettivo del Psa è quello di prevenire, o quanto meno minimizzare, la possibile contaminazione delle acque captate dall’ambiente e destinate al consumo umano, di eliminare o ridurre eventuali pericoli chimici, microbiologici, fisici e radiologici, e infine di prevenire eventuali ricontaminazioni in fase di stoccaggio e distribuzione dell’acqua fino al punto di utilizzo. Questo approccio è stato introdotto per la prima volta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2004, è stato recepito nella direttiva europea e verrà in futuro recepito in diversi paesi europei e in Italia.

I relatori hanno illustrato le linee guida sui Psa pubblicate dall’Istituto superiore di sanità e presentato le esperienze in tema di sviluppo di Psa attraverso diversi casi di studio. Il caso del sistema di approvvigionamento idropotabile del Comune di Caprarola è stato trattato da Michela Biasibetti, dottoranda di ricerca di ingegneria sanitaria ambientale presso l’Università di Pavia e assegnista di ricerca di ingegneria sanitaria ambientale presso l’Università di Brescia.

 

 

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