E’ passato un anno da quando Luca non c’è più. Se ne andò in una fredda nottata di febbraio, rapito da un male misterioso e subdolo: la meningite fulminante. Non aveva ancora compiuto 17 anni e c’era tutta la vita davanti. Per l’intera settimana precedente, non era stato bene e questo malessere gli aveva impedito di partecipare agli allenamenti della sua squadra di calcio: gli allievi del Castel Sant’Elia, Già, il calcio… La sua grande passione e lo sport che, probabilmente, gli aveva regalato una delle soddisfazioni più intense della sua breve vita: la partecipazione con la maglia della Rappresentativa di Viterbo al Torneo delle Province. All’epoca faceva ancora parte della categoria Giovanissimi e quella squadra, dopo aver superato la fase eliminatoria (disputata contro i pari età di Rieti e Roma Nord) approdò alla finale contro Latina. Era una domenica di giugno, faceva caldo, si giocava al Salaria Sport Village di Settebagni: i tempi regolamentari si conclusero in parità, 1-1. Bisognava andare ai rigori, la roulette dei tiri dagli undici metri. I ragazzi in maglia gialloblu non ne sbagliarono uno e così vinsero il titolo.
Luca Graziosi, che era entrato nel corso del secondo tempo, fu uno dei protagonisti di quella cavalcata. Con il suo sorriso, l’innata timidezza, ma anche una straordinaria disponibilità ad incoraggiare e dare una mano al compagno in difficoltà. Quando si diffuse la notizia della morte (era lunedì mattina e Viterbonews24 fu il primo organo di informazione a dare l’annuncio), l’incredulità fu il primo sentimento. Com’è possibile che un ragazzone così forte possa essere abbattuto inesorabilmente nel giro di poche ore? Purtroppo, era la verità.
A nulla era servito il ricovero all’ospedale di Civita Castellana e poi la successiva decisione di trasferirlo in eliambulanza al Policlinico Gemelli. L’elicottero ero pronto per partire quando i sanitari si accorsero che ormai non c’era più nulla da fare: Luca spirò dopo pochi minuti, mentre i familiari, che nel frattempo erano partiti per Roma, attendevano invano il suo arrivo all’ospedale.
Qualche giorno dopo i funerali, celebrati dal vescovo monsignor Romano Rossi nella chiesa di Sant’Elia, proprio al fianco del cimitero della piccola località della Bassa Tuscia. La bara bianca portata a spalla dagli amici, dai compagni di scuola e da quelli che con lui giocavano a pallone; il dolore inconsolabile dei genitori, papà Gilberto e mamma Tamara; la rabbia e le lacrime e i palloncini bianchi e neri (lui tifava per la Juventus e il suo idolo era Del Piero) che si alzavano in cielo. C’era il sindaco di Castel S. Elia, Rodolfo Mazzolini, a testimoniare il dolore dell’intera comunità. Sul feretro anche la maglia gialla e blu col numero 18 indossata durante il Torneo delle Province. Il calcio provinciale ricordò Luca dedicandogli la terza edizione di Stradacalciando, la manifestazione inserita nel programma de “La città a colori”, la rassegna organizzata dall’associazione Viterbo con amore. E ancora, a settembre dello scorso anno, il Memorial di calcio giovanile nel suo paese natio (la società peraltro ha inserito nella dizione sociale il nome di Luca Graziosi).
E’ passato un anno, ma il ricordo di quel ragazzone è indelebile. Sulla pagina Facebook, ogni giorno si possono leggere testimonianze, ricordi… Qualcuno posta fotografie, altri filmati, frasi, semplici pensieri per tenere viva la memoria di Luca. Oggi alle 16,30 nella chiesa di Sant’Antonio di Castel S.Elia il vescovo di Civita Castellana monsignor Romano Rossi celebra la messa di suffragio.
Ciao Luca, sei sempre nel cuore di tutti. Non ti abbiamo dimenticato e non lo faremo mai. Addio campione, timido e allegro. E ricordati: c’è sempre un rigore da tirare… Anche lassù.