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E’ ufficiale: Tuscia in jazz saluta Viterbo

La rassegna sbarca a Castiglione in Teverina. "Strutture moderne e gente competente"

Bla bla

Donnie Mc Caslin, insieme a David Bowie

Come preannunciato da Viterbopost, il Tuscia in jazz spring si trasferisce a Castiglione in Teverina. Dal prossimo 24 e fino al 28 di marzo. Punto. Scordiamoci, quindi, quei bei concerti, quelle belle folle notturne, quei tanti seminaristi, quella grande pubblicità che il festival ha portato fino allo scorso anno a Viterbo. La cosa è chiusa.
Veniamo quindi al programma e ai nomi. Poi torneremo sul perché del trasferimento. Il personaggio di punta sarà senza ombra di dubbio Donnie Mc Caslin, candidato al Grammy Award e protagonista dell’ultimo disco di David Bowie. Si presenterà sulla Teverina in quartetto. Seguiranno la vincitrice del Top Jazz Elisabetta Antonini, il trombettista Aldo Bassi, il chitarrista Fabio Zeppetella e il blues-man Harold Bradley.
E questi qua già bastano per far rosicare chi di dovere come un castoro. Ma andiamo avanti. L’epicentro della manifestazione sarà il Muvis, museo del vino. Cinque i giorni zeppi di ottima musica. Più di cento invece i ragazzi, provenienti da ogni parte del mondo, che verranno per studiare. Prevista, infine, una tappa extra. Il 25 aprile sarà la volta di sua maestà, il vincitore Grammy award, Robert Glasper. Per la tipica chiusura col botto.
Torniamo ora sullo spostamento. Perché il Tuscia in jazz ha cambiato indirizzo? Come mai, dopo il rodato Bagnoregio (dove si tiene il lato estivo) si è puntato ancora sul versante teverino della provincia? “Avremo a disposizione una struttura modernissima – spiega il direttore Italo Leali – 2000 mq, cinque piani. Gli insegnanti soggiorneranno nella foresteria interna. Gli alunni usufruiranno di una quindicina di camere, più cinquanta posti letto in ostello. E ancora, una sala super attrezzata da 400 posti. Un bar per le jam da 300. Collaboreremo con le importanti cantine vinicole presenti”.

Quel colosso del Muvis

Quel colosso del Muvis

Ok, ma non può bastare. “Abbiamo stretto un patto con un’amministrazione ultra efficiente – sempre lui – ci daranno una mano tantissimi volontari. Parteciperanno alla cosa tutte le associazioni del borgo, la Pro loco, il Comitato gemellaggi e la banda cittadina. In sostanza, andremo in un paese dove c’è voglia di fare, competenza e partecipazione. Nonché rispetto per chi lavora”.
Ecco, saranno forse questi innumerevoli buoni motivi ad aver fatto spostare una rassegna con quindici anni di storia ed un curriculum lungo così?

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