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Il Tuscia in jazz spring se ne va da Viterbo

La manifestazione musicale più importante della città migra a Castiglione in Teverina

Sul sito preposto la foto di Castiglione

Sul sito preposto la foto di Castiglione

Eccola, la Primavera. Coi suoi colori, le sue piante fiorite, i balconi aperti e tutto il resto. Ok, siamo solo a febbraio. Ma le temperature parlano chiaro. L’inverno (purtroppo) quest’anno non si è fatto vivo. Pertanto toccherà di metterci in testa che i mesi caldi stanno dietro l’angolo.
E così ci si avvicina a grandi passi al debutto nazional-popolare di piazza, alla Pasqua. Una settimana stretta di festeggiamenti che normalmente, qui a Viterbo, si tinge di buona musica. Ormai da un po’, infatti, il capoluogo ospita il Tuscia in jazz. Uno dei pochissimi eventi che hanno veramente senso di esistere. E per i buoni ritmi che porta (leggi i migliori artisti del mondo). E per la promozione che si trascina dietro (il cartellone nello Stivale non è secondo a nessuno). E per il delizioso risvolto turistico: alberghi pieni, stranieri che scorrazzano per il centro, sale affollate, riviste specializzate…
Andiamo pertanto a vedere cosa ha deciso di proporre stavolta la truppa capitanata dal direttore Italo Leali.
Bene. Si parte il 24 e si chiude il 28 marzo (per quanti fossero sbadati, Pasqua sarebbe il 27). I nomi sono importanti di brutto, come del resto da prassi. Ma i conti non tornano. Nel senso: sul profilo Facebook dedicato, ma anche sul sito internet preposto, oltre alle spiegazioni del caso ci sta un piccolo errore. “Tuscia in jazz spring – si legge – a fine marzo, a Castiglione in Teverina”.

La giornata di Pasquetta, sempre a Castiglione

La giornata di Pasquetta, sempre a Castiglione

Sarà una svista? Siamo fiduciosi. Magari scorrendo i post troviamo Viterbo e ogni cosa si risolve. No, invece. Perché scendendo in rete si becca l’appello dedicato ai seminaristi: i soliti cento abbondanti che ci raggiungono da ogni pinzo del globo per imparare (pagando). Anche a loro è stato dato l’appuntamento a Castiglione, strano.

E poi spunta pure la giornata “particolare”, Pasquetta. Con prezzi modici, colazione e pranzo, sei concerti, più allegati. Dove? Ma chiaro, sempre a Castiglione in Teverina.
Non ci sono dubbi, perciò. Anche se l’organizzazione per adesso non ha dato conferme (aspetterà il ritorno dei nostri da Bruxelles?), il festival saluta Viterbo. Bye bye, Palanzana. Preferisco ritirarmi in paese.
Come mai? Ancora non è chiaro. Siamo a febbraio, d’altronde. E le motivazioni si possono solo presupporre. Ognuno tragga le sue, insomma. Di sicuro però resta solo un dato: avevamo una cosa intelligente in casa, e ce la siamo fatta sfuggire.
Tu chiamale, se vuoi, delusioni.

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